Fonte: Roberto Zito

Come sapete, Toy Story 3: La Grande Fuga è stato presentato in anteprima mondiale per il pubblico al Taormina Film Festival.

Il nostro lettore Roberto Zito ha visto il film, e ci ha subito inviato una bella recensione, inevitabilmente positiva. Una piccola nota: nella recensione si sottolinea come questo sia il capitolo conclusivo della serie – non consideriamo questa cosa uno spoiler in quanto era già stato ampiamente detto che il terzo film di Toy Story sarebbe stato l'episodio conclusivo della serie (anche se non è mai detta l'ultima parola).

Avete presente il palloncino che vola sopra il letto di morte di Ellie? O l'abbraccio di Eve e Wall-e sulle note di "Hello, Dolly"? O il sorriso di Sully nell'ultima immagine di "Monsters & Co."? Questi sono i tipici tocchi alla Pixar, quei piccoli delicati momenti fatti di poesia semplice, commovente, che rendono un film d'animazione qualcosa che va ben oltre il divertimento per famiglie. Tocchi come questi non mancano ovviamente in Toy Story 3, con la differenza che qui il pianto è diverso rispetto a quello di "Up", è un pianto più sollevato e rasserenante, ma anche un pianto d'addio, perché – inutile nutrire speranze – questo è chiaramente il capitolo conclusivo. E' dura salutare per sempre Woody, Buzz e i personaggi che conosciamo e adoriamo da quindici anni (io personalmente ho distrutto la cassetta del primo Toy Story per quante volte l'ho visto da bambino). Ma non poteva esserci una chiusura di sipario migliore di questa.

Innanzitutto, questo terzo capitolo non è inutile o fine a se stesso, non siamo dalle parti degli insulsi sequel di Shrek. Volendo, non è nemmeno concepito solo per incassare (anche se, ovviamente, incasserà eccome). E' semplicemente la tappa necessaria per approfondire un discorso cominciato nel lontano 1995, soddisfando così la curiosità di quanti nel corso degli anni si chiedevano cosa sarebbe successo quando Andy sarebbe cresciuto. Curiosità che purtroppo il secondo episodio di Toy Story non aveva placato, puntando troppo sul citazionismo cinematografico e meno sui contenuti. Ecco, se sperate di trovare anche in "Toy Story 3" scimmiottamenti di "Jurassic Park" o "Star wars", scordatevelo. In effetti, nemmeno si ride tanto come nei precedenti film. Certo, alcune trovate funzionano a meraviglia e sorprendono, ma senza abusi eccessivi (il Buzz "spagnolo" fa la sua comparsa per poco, l'ambiguo Ken non è usato in maniera assillante, mentre è Mr. Potato stavolta a rubare letteralmente la scena). Dove il film sorprende è invece nell'atmosfera a tratti nostalgica, a tratti cupa e inquietante, con scenari che vanno dall'utopia fasulla del nido d'infanzia Sunnyside alla discarica grigia e claustrofobica che sembra uscita direttamente da Wall-E, impreziosita da un 3D profondo e dettagliato nei minimi particolari.

Ma sopratutto, sorprende ancora una volta l'intensità emotiva della scrittura targata Pixar, quella peculiarità di trattare i giocattoli come persone vive, reali, che amano e soffrono e temono più di tutto l'abbandono, e ora che il momento è giunto non sanno darsi pace, trovano conforto solo unendosi, come una famiglia. In particolare questo punto, quello della famiglia, mi ha spiazzato, intanto perché si riflette non solo nella squadra dei giocattoli di Andy, una vera e propria famiglia che si stringe mano nella mano nei momenti di pericolo, ma anche nella famiglia dello stesso Andy, che non bazzica più solo sullo sfondo con la madre che dice due battute in fuori campo, ma interagisce nella storia con piccoli cenni e poche toccanti parole, facendo capire quanto sia stata vitale la sua presenza nella crescita di Andy, quanto sia difficile adesso il suo abbandono, e quanto sia difficile per Andy stesso l'abbandono di un pupazzo cowboy che sembra più quella figura paterna che non ha mai avuto.

La scelta è ardua, dunque: cosa farne dei propri giocattoli? Donarli all'asilo? Buttarli? Relegarli in soffita? Al di là della scelta di Andy, a noi spettatori non è concessa nessuna scelta, il cammino finisce qui e Woody e Buzz salutano i commossi spettatori, che ringraziano con un applauso sentito. Questa volta, i giocattoli abbandonano noi, e alla fine dei titoli di coda ne sentiamo già la mancanza.

Ps: spendo due parole a parte per il cortometraggio "Day & Night", strabiliante ma da vedere assolutamente in 3D. Nonostante il tocco molto minimalista, l'animazione sbalordisce grazie all'idea di questi quadri profondi e tridimensionali racchiusi in un contorno a matita, mentre le idee e le gag si sprecano, e ad un certo punto trovano le parole perfette per dirci che tutti, anche se diversi e opposti, possono unirsi e convivere insieme. Insomma, il perfetto preludio per "Toy Story 3".

Toy Story 3 uscirà in 3-D il 18 giugno 2010 negli USA (il 7 luglio da noi).

Maggiori informazioni sul film nella nostra scheda.

Discutiamone nel Forum Cinema