Immaginate di essere uno a scelta fra Jonathan Goldstein, John Francis Daley o Jeremy Latcham, rispettivamente registi e produttori di Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri, e di avere la possibilità di parlare del film con la stampa in una cornice come quella di Lucca. Che pare uscita dalle pagine del Manuale di una qualche ambientazione di D&D.

E di poterlo fare, magari, dopo un panel in cui i materiali mostrati alla gremitissima sala del Cinema Astra di Lucca Comics & Games sono stati accolti a furor di popolo (ECCO TUTTI I DETTAGLI). Malgrado la fretta e la frenesia tipiche di queste circostanze, quando entro nella saletta del Convento di San Francesco deputata alle interviste con il trio di Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri, mi trovo subito calato in un contesto di generale positività ed entusiasmo. Che ci accompagneranno per tutto il tempo della chiacchierata che potete leggere qua sotto.

dungeons and dragons ambientazioni

La mia prima domanda è per te Jeremy. Raccontami come la tua esperienza con i film che hanno segnato l’esordio del Marvel Cinematic Universe ti hanno aiutato nel dare forma a Dungeons & Dragons: l’onore dei ladri che, magari, potrebbe essere il primo film di una nuova saga.

Latcham: La chiave di tutto, quando abbiamo dato il via al Marvel Cinematic Universe nel 2008 con Iron Man è che siamo partiti da zero, con l’idea per un film senza porci il problema di pensare troppo in avanti. Volevamo che Iron Man fosse un gran film. Ogni cosa che sarebbe eventualmente arrivata dopo doveva basarsi sulla premessa che quel primo film doveva essere degno di nota. L’intero focus del nostro lavoro, tutti i nostri sforzi, ogni cosa che abbiamo fatto alla Marvel è confluito nel far sì che Iron Man fosse un gran film. Solo avendo successo con quella pellicola avremmo saputo che le basi per un universo erano state poste. Quando ci siamo approcciati a Dungeons & Dragons: l’onore dei ladri, una delle cose che ci siamo subito sentiti dire è che avremmo dovuto fare un film valido e non abbiamo realmente impiegato del tempo a parlare di cosa potrebbe arrivare poi. Perché non avrebbe alcun senso se questo lungometraggio non venisse bene. Tutto quel lavoro che a volte fanno gli studios che dichiarano di voler costruire un universo e scappano fuori questi titoloni strillati su Variety o l’Hollywood Reporter e ti ritrovi a pensare “ma perché non ne fate uno intanto?”.

Goldstein: Abbiamo lavorato a universi che non sono mai diventati tali. Abbiamo partecipato a delle writer’s room dove cercavano di elaborare tredici film allo stesso tempo. Per noi si tratta di un errore enorme. Perché non ti concentri su tutto quello che dovrebbe rendere speciale il primo film. Quindi per noi si è davvero trattato di fare un film che fosse il migliore possibile.

Latcham: È vero. Mi è capitato di ricevere telefonate da persone che organizzavano quel tipo di writer’s room che mi dicevano “Stiamo per fare una writers’ room come fate voi alla Marvel” e io mi ritrovavo a rispondere che “Ma non è quello che facciamo alla Marvel!”. Se riunite della gente in una stanza per pianificare chissà quanti film senza capire come tirarne fuori uno fatto bene… state solo perdendo tempo. Fate un film e poi, se alla gente piace, poi potete iniziare a pensare al poi. Anche noi quando abbiamo messo Nick Fury che diceva quello che diceva alla fine di Iron Man, l’abbiamo fatto, inizialmente, per divertimento. Non è che avessimo da subito in mente chissà quale grande piano. Il nostro scopo, con D&D, è fare un gran film. Speriamo di farcela.

Parlando di set pieces, c’è qualcosa a cui avete dovuto rinunciare per via delle restrizioni COVID e i protocolli di sicurezza sul set?

Goldstein: No, non abbiamo sacrificato nulla in termini di set pieces. Abbiamo magari dovuto ripensare al dove le avremmo girate perché, per dire, inizialmente volevamo anche girare in Francia ma per via delle varie restrizioni e quarantene sarebbe diventato tutto molto complicato e quindi ci siamo limitati al Regno Unito.

Daley: L’altra cosa complicata è stata lavorare alle scene di massa perché c’erano ancora delle limitazioni al numero di persone che potevi impiegare sul set e abbiamo dovuto escogitare delle soluzioni creative in tal senso. Ma tutto questo non ha influito minimamente sul prodotto finito. Si è trattato solo di pensare alle cose e pianificarle più di quello che avremmo fatto normalmente. Cosa che per me ha semmai influito sull’avere un film migliore.

Goldstein: Ecco, semmai il brutto è che non abbiamo potuto fare il party di fine riprese. Quello sì che è stato un peccato.

Daley: Già!

Latcham: Per quel che mi riguarda il film è imponente allo stesso modo di come sarebbe stato se non ci fosse stato il COVID. Avendo visto un sacco di film che sono stati fatti durante il COVID posso dire che per molti, a livello di realizzazione, non è andata così. Mancava solo il cartello di avviso all’inizio con scritto “Scusate le scene con tre comparse e la noia di alcune riprese e tutto il resto ma l’abbiamo girato sotto COVID”. Penso che noi siamo davvero riusciti a pianificare bene il lavoro e a trovare soluzioni creative, avevamo un produttore bravissimo al lavoro insieme a noi che ci ha aiutato a risolvere creativamente un sacco di problemi e siamo davvero riusciti a dare un’impronta di grandezza al film. E poi c’è una cosa: quando hai a che fare con dei draghi… non sono davvero sul set con noi e il cast…

Goldstein: I nostri draghi non dovevano indossare le mascherine!

Latcham: No, esatto! Non temevano il COVID e il loro alito poteva essere altrettanto pericoloso.

Goldstein: Alito di drago con COVID!

Dungeons & Dragons 2023
Da sx a dx: Jeremy Latcham (produttore), Andrea Bedeschi (BadTaste.it), John Francis Daley (regista&sceneggiatore), Jonathan Goldstein (regista&sceneggiatore)

Come vi rapportate a Stranger Things che è diventato il manifesto di tutto ciò che ha a che fare con Dungeons & Dragons negli ultimi anni. È un rivale o, anzi, pubblicità gratuita?

Daley: Di sicuro non come un rivale. Siamo tutti sulla stessa barca per quel che riguarda l’amore provato verso questo marchio che ormai ha quasi 50 anni. Siamo molto grati verso qualsiasi cosa che aumenta il tasso d’interesse e attenzione verso Dungeons & Dragons ma sai… è un mondo così grande, vasto che penso ci sia davvero spazio per tutto e per tutti.

Goldstein: Sì, ma poi è anche una questione di toni e ambientazioni che sono molto diverse. Il nostro film non si svolge nel mondo moderno è proprio nel gioco, con tutto ciò che questo comporta.

Chris Pine ha detto, tempo fa, che questo film si situa a metà strada fra Game of Thrones e Monty Python e il Sacro Graal…

[Ridono tutti, ndr.]

Potete consestualizzare un po’ meglio quest’affermazione del vostro bardo?

Daley: Certo! Beh ci siamo ispirati a un sacco di cose, come il poc’anzi citato Monty Python e il Sacro Graal o La storia fantastica. Ma sì, ci sono anche alcune proprietà intellettuali molto iconiche come Il Signore degli Anelli di Peter Jackson o Game of Thrones. Sono fonti d’ispirazione che abbiamo esplorato senza ombra di dubbio per questo film. Ma sapevamo anche molto bene che doveva avere un’identità propria.

Goldstein: Va anche detto che non ci sono molte persone che si approcciano al fantasy impiegando il senso dell’umorismo. Ma specifico che non è un film parodico o una commedia in senso stretto, è più un action-adventure movie. Ma ha un senso dell’umorismo di cui è consapevole.

Ma è come quando io stesso gioco a D&D con gli amici. C’è chi è più serio e chi la butta più sul ridere. Non c’è una regola precisa valida per tutti.

Tutti: Esattamente.

Goldstein: Nel nostro film ci sono entrambi gli approcci, quello più all’insegna di chi vuole essere un eroe e quello di chi la butta più sul ridere.

Ho una domanda che mi è venuta in mente guardando i materiali del panel: per caso avete girato anche presso la Tollymore Forest? Ci sono stato per un location tour del Trono di Spade e mi sembra di averla riconosciuta.

Goldstein: Sì esatto.

Che posto straordinario! Come è stato lavorare con la luce incredibile di quel posto e delle altre location in Irlanda del Nord?

Daley: Fantastico. Un sacco della luce che vedrai nel film è naturale e, anzi, siamo stati anche così fortunati da avere diversi giorni di sole mentre giravamo e siamo davvero riusciti a coprire tutta la gamma di “umori” che ci servivano per il film per i vari effetti di luce. Poi abbiamo lavorato con un direttore della fotografia straordinario che ci ha davvero aiutato a plasmare la nostra visione del film esplorando un sacco di ambientazioni uniche.

Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri, la pellicola di John Francis Daley e Jonathan Goldstein interpretata da Chris Pine, Michelle Rodriguez, Regé-Jean Page, Sophia Lillis e Hugh Grant basata sull’omonimo gioco di ruolo, sarà nei cinema a marzo del 2023.

Trovate tutte le informazioni nella scheda del film!

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