800 eroi, la recensione

Venti minuti di titoli di testa che compaiono in sovrimpressione durante fasi già concitate del film. Nessuna dilatazione come Sergio Leone, ma un numero di “eroi” non dissimile da quelli del titolo, elencati senza paura di impegnare lo spettatore. 800 eroi è il cinema cinese nella sua accezione più politica e quindi statale, è la propaganda che rinarra la vera storia per riscriverla. E come sempre la lettura del passato è finalizzata alla definizione del presente, cosa che nel film Hu Guan, non è nascosta ma anzi molto molto chiara.

È la guerra spettacolarizzata al massimo sedendosi sulle spalle del cinema occidentale per andare più in là e in un’altra direzione. 800 eroi può ricordare il cinema di guerra post-Soldato Ryan per la sporca fotografia e il caos ordinato della messa in scena, ma è in realtà pienamente un prodotto cinese, con standard, retorica e linguaggio per immagini cinesi. È la narrazione dell’eroismo e dello spirito indomabile di un popolo che ...