La recensione di Beast, in uscita al cinema il 22 settembre
Se c’è una cosa che contraddistingue i film di Baltasar Kormakur, anche i meno riusciti (e non ne mancano tra quelli americani), è un fortissimo senso di dignità. La materia che mescola è sempre il film di serie B vecchio stampo che qualcuno gli chiede di trasportare nel presente, solo che invece di rifiutare la spiccia essenzialità di quel tipo di produzione e invece di elevare tutto con chissà quali contenuti, Kormakur si sporca sempre le mani fino in fondo. Eppure poi ogni suo film fa di tutto per mantenere una gran dignità, cioè per non finire trascinato in basso dagli obiettivi e dagli scopi della commissione e anzi trattare anche il più risibile dei presupposti con grandissima serietà.
Così adesso Idris Elba si picchia con un leone incattivito (forse mutato dice qualcuno in un momento così folle che la stessa sceneggiatura fa finta di non averlo sentito e non menziona più la cosa), per un paio di giorni cerca di resiste...
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