La recensione di C’era una volta il crimine, dal 10 marzo al cinema

C’è da chiedere scusa. Nella recensione di Non ci resta che il crimine, il primo capitolo di questa trilogia, avevamo scritto che il potenziale di azione o anche solo di genere della sceneggiatura era costantemente frustrato e messo da parte dal film finito, che invece che guardare a un po’ di avventura voleva tantissimo essere solo la solita commedia italiana. Ecco tocca scusarsi perché C’era una volta il crimine, terzo capitolo della trilogia sul viaggio nel tempo di Massimiliano Bruno su idea di Guaglianone e Menotti, invece pende decisamente più sul lato dell’avventura, segue il potenziale della sceneggiatura e non punta solo sull’essere una commedia italiana, fa insomma quel che si auspicava nella recensione. Ed è molto peggio! Un disastro senza appello, un massacro. La Little Big Horn dei viaggi nel tempo.

I nostri eroi stavolta tornano nel 1943 per rubare la Gioconda incontrando i loro parenti giovani, ris...