Chi ha incastrato Babbo Natale, la recensione

È probabile che quando Vincenzo Salemme parla di “sclerosi della furbizia”, descrivendo la maniera in cui una parte dei napoletani indugi sullo stereotipo della furbizia che il resto del paese gli ha appiccicato, facendone un vanto e sistematicamente cercando quel tipo di scorciatoia, come se fossero obbligati, parli anche di rappresentazioni che ne prolungano l’idea di virtù come quella di Alessandro Siani. Chi ha incastrato Babbo Natale (così, senza punto interrogativo, una dichiarazione) inizia proprio con lui, napoletano caratterizzato dalla furbizia, che truffa i creduloni, che ovviamente sono tedeschi perché nell’immaginario collettivo non solo sono l’opposto logico ma anche più scemi.
Poco dopo, nel constatare la miseria della sua situazione sentenzierà in un momento di grande serietà: “C’è chi nasce con scarpe buone e chi no. Le scarpe ce le dà Dio. Dobbiamo abituarci a portarle”. La furbizia a quanto pare è l’unica cosa che ti rima...