Clifford: il grande cane rosso, la recensione

Al suo cuore è un film molto classico Clifford: il grande cane rosso, che si posiziona nella grande tradizione dei film con animali magici, in cui dei bambini proteggono creature che sarebbero potenti ma non sono consce del proprio potere, dalla brutalità della società, del mondo degli adulti e di chi li vuole mettere al servizio del proprio guadagno. C’è un’infinità di cinema Disney in live action girato tra gli anni ‘60 e ‘70 sul tema, ma non solo, è anche l’impianto base di E.T. di Spielberg.
Su queste idee Walt Becker fa il lavoro più pigro possibile, a partire da un uso blando della città come scenario, nonostante si parli abbastanza di quartieri, botteghe, identità di quartiere e amici di quartiere (siamo a metà tra la parte ricca di New York all’inizio ma ci trasferiamo poi ad Harlem per l’avventura).

Viene tutto dalla scelta penalizzante di non lavorare per niente sulla forma ma, come era prevedibile, sulla tenerezza del grande cane...