La recensione di Dante, l’ultimo film di Pupi Avati con Sergio Castellitto

C’è un momento in cui Dante è un film di grande chiarezza e fulgore. Un momento di stranissima perfezione che pare uscito dai momenti migliori del cinema dei Taviani, arriva alla fine, quando il viaggio di Castellitto (che interpreta Boccaccio) finisce. Lui è partito ad inizio film con dei soldi da consegnare alla figlia di Dante, il poeta è morto da tempo e Firenze ha deciso per questo risarcimento postumo per l’esilio. Boccaccio è uno dei più grandi ammiratori di Dante (che non ha mai conosciuto) e gli viene dato questo compito che affronta come un detective, volendo ricostruire la vita in esilio di Dante lungo il viaggio. Quando arriva al termine c’è un attimo sospeso e questo incontro molto caricato lungo tutto lo svolgimento trova un acme sulla faccia di Castellitto (bravissimo) in una notte con delle lucciole e un albero che è ad un passo ma non si vede, immerso nel buio.

È la seconda volta in poco ...