C'è una mitologia precisa intorno ai grandi inganni aziendali, recentemente riportata in auge da Slevin – Patto Criminale, e Il potere dei soldi vuole rifarsi ad essa non disdegnando uno sguardo proprio a Slevin, certo dopo averlo asciugato della sua ironia e averci iniettato pesanti dosi di pretenziosità.
Il protagonista ha una startup e va a proporre la sua applicazione ad un pezzo grosso di una gigantesca compagnia. Fallisce, scappa con la carta di credito aziendale, viene beccato e costretto a fare l'infiltrato nella società rivale, iniziando un clamoroso gioco al gatto col topo, perchè nella società rivale c'è un altro grande magnate e i due si accusano a vicenda di rubarsi le idee.
Un po' di ironia non gli avrebbe fatto male a Il potere dei soldi, avrebbe reso plausibile il profluvio di esagerazioni legate alla tecnologia che si vedono, hacker che sembrano maghi, dispositivi tutti interconnessi tra di loro, penetraz...
Dal regista di 21 un altro film di inganni e doppi giochi che manca completamente il bersaglio...
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