Io sono nessuno, la recensione

Un agnello vestito da lupo. È unicamente seguendo questa duplicità, fatta di aspettative ed attraenti ambiguità che il brillante e avvincente action movie diretto da Ilya Naishuller Io sono nessuno dispone le sue carte. Facendo sempre la mossa giusta. Si tratta della parabola dell’uomo medio che aspira a qualcosa di più: il riferimento qui è tanto a Breaking Bad quanto a Un giorno di ordinaria follia, eppure l’idea di Io sono nessuno, che è anche ciò che lo rende un film estremamente centrato e compatto, è che sebbene sembri l’opposto ciò che racconta è l’aspirazione alla normalità. Ribalta le aspettative, mostra la fascinazione per la violenza per poi confermare che il vero desiderio indicibile è quello per una vita tranquilla.

L’ironia è essenziale e la premessa è che non bisogna prendersi troppo sul serio. Fedele fino alla fine a questo mantra, lo sceneggiatore Derek Kolstad – evidentemente la stessa penna dietro John Wick – sceglie di ...