“Come è successo?”, “Perché è arrivato a me?”, “C’è una storia di riciclaggio di denaro sporco dietro questo film?” sono solo alcune delle prime domande che suscita Jack In The Box, horror apparentemente convenzionale, uno dei molti che ci arrivano e che seguono (imitandola) la serie di low budget kolossal della Blumhouse, e che in realtà è un’opera indipendente britannica dalla professionalità inesistente.
Per un attimo infatti durante la visione di Jack In The Box sembra di essere trasportati indietro agli anni della spietata exploitation di Roger Corman o di quella spesso ancor più infame dell’horror italiano, quando negli anni ‘80 arrivò a fine corsa e inventiva. Solo che parliamo di qualcosa di decisamente più amatoriale pure di quei film.
Di film brutti o scopiazzati se ne vedono di frequente ma Jack In The Box gioca proprio in un altro campionato, in quello dei film non professionali che, non è chiaro come, riescono ad imbucarsi alla festa della di...
Jack In the Box, la recensione
Jack In the Box, la recensione
Alle volte qualcuno si sbaglia e un film amatoriale sfugge di mano finendo in sala. Jack In The Box è questo
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