L'arte di vincere è un film scritto da due mostri (uno normale e uno sacro) e diretto da un onesto mestierante. Questo basta a far capire il tono generale della pellicola. Quello che non traspare però è quanto questo film lavori insistentemente sull'adattamento di una storia vera alle esigenze di un racconto (cioè far emergere diversi livelli di lettura, disegnare una parabola che abbia un senso, avere snodi drammatici e un inizio e una fine d'effetto).

La trama è quella classica di un uomo che la vita ha già sconfitto, il quale si gioca tutto per la sua seconda occasione. Solo che questa storia di sport non è di quelle in cui i limiti del corpo sono travalicati da un'indomabile volontà ben motivata, ma di quelle in cui il trionfo sportivo corrisponde a un trionfo personale e intellettuale. Billy Beane sta fuori dal campo ma la volontà con cui insegue la vittoria sono degne del miglior sforzo atletico.

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