La recensione di L’ombra del giorno, in uscita al cinema giovedì 24

Italian Casablanca.
In un luogo inusuale e caratteristico, Ascoli, in un ristorante gestito da un uomo con un passato d’azione e un presente ignavo, uno che segue l’onda del fascismo non per convinzione ma perché non vuole problemi, arriva una donna che chiede di lavorare, è un’ebrea che si nasconde sotto falso nome. Viene presa e nasce una storia d’amore che verrà troncata dall’arrivo dell’ex marito di lei, francese, in fuga dai fascisti e bisognoso d’aiuto. Il gestore del ristorante dovrà scegliere tra la propria convenienza e aiutare la sua amata a scappare con un altro uomo. A conferma dell’amore del film per il suo modello ci sarà anche una scena di canto.

Sul canovaccio eterno del film di Curtiz viene applicato il filtro della lettura italiana dell’epoca fascista. L’ombra del giorno non è un melodramma noir ma un film drammatico, e la storia quindi si concentra non tanto suoi ruoli che uomini e donne hanno ...