Se volete prendervela con qualcuno fatelo con Etan Cohen, che nulla ha a che vedere con il quasi omonimo "fratello Coen", ed è invece sceneggiatore tra i peggiori cui Hollywood può affidare un film. Se già l'idea di un terzo Men In Black ad anni di distanza dal secondo non sembrava eccessivamente calzante, in mano a lui diventa la cosa peggiore che un sequel possa diventare: un episodio televisivo con un 3D svogliato e impercettibile.
Guardando Men In Black 3 si ha la netta sensazione di trovarsi davanti alla versione elaborata di un episodio particolarmente lungo di una serie tv sul duo Will Smith / Tommy Lee Jones. Quella in cui Will Smith va indietro nel tempo per sistemare la "morte" di K in modo da poter quindi tornare nel presente senza che nulla, per fortuna, sia cambiato, così che il prossimo episodio possa andare in onda indisturbato.
Anche per questo motivo (ma non solo) a Men in Black 3 mancano tutte le caratteristiche pre...
Men in Black 3: ecco che succede quando non c'è nessuna idea, nessun motivo e nessuna voglia di fare un sequel ma lo si fa lo stesso...
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