La recensione di Mimì, il principe delle tenebre, in sala dal 16 novembre

Non si normalizza, non cambia, non diventa una commedia, non ripiega verso i soliti svolgimenti del cinema italiano, Mimì, il principe delle tenebre fino in fondo è una vera e autentica stranezza. Questo non significa che sia completamente riuscito ma che è un film con un’idea precisa di ciò che vuole essere e una capacità non comune di esserlo effettivamente, coerente e tecnicamente molto ben girato e messo in scena. È difficile insomma non averlo in simpatia, anche nei suoi momenti peggiori e nelle scelte che meno funzionano, perché la sua natura gotico/criminale la accetta fino in fondo e la tiene sempre presente.

È una storia di reietti ambientata a Napoli. Mimì è un pizzettaro con piedi deformi che però è bravissimo a fare le pizze. È remissivo e mostruoso, è Edward mani di forbice che incontra una ragazza goth, una che si accompagna ai bulli (cioè figli di boss della camorra) e se ne innamora. Ricambiato. ...