La recensione di Moonfall, in uscita il 17 marzo nelle sale

La categoria precisa cui appartiene Moonfall è quella dei film “se il pianeta Terra può avere una seconda chance, allora forse anche il mio matrimonio”, le grandi avventure contro gli elementi catastrofici in cui salvare non solo un pianeta intero (inteso non come metonimia della sua popolazione ma proprio come globo terrestre, il complesso di terra e acqua che forma il mondo) e soprattutto il rapporto con figli e moglie. Il massimo del globale attraverso il massimo dell’individuale, ovvero il cinema hollywoodiano classico.
È puro Roland Emmerich, un uomo che è riuscito ad ottenere tutto quello che ad Hollywood si dà agli autori senza essere mai davvero un autore, un regista che fa sottogenere a sé, re del catastrofico che in carriera ha ampliato senza limiti la sua mania distruttiva, facendo correre rischi sempre più grandi ai suoi protagonisti. Dopo 2012, in cui a distruggersi è il pianeta stesso, sembrava aver raggiunto il ...