La recensione di La prima regola, il film in uscita in sala il 1° dicembre

Non c’è bisogno di leggerlo per scoprire che dietro a La prima regola c’è uno spettacolo teatrale. Il linguaggio del teatro è ovunque nel film nonostante Massimiliano D’Epiro faccia di tutto per sfruttare le possibilità del cinema, dissimulare e trovare una via autonoma. Tuttavia troppo la scrittura dei dialoghi tradisce l’impostazione teatrale, e di conseguenza troppo la recitazione sopra le righe la richiama con forza, creando fin da subito un mood teatrale enfatico e ben poco filmico, anche dato il genere. La prima regola sarebbe un film “di classe”, quel tipo di storie che si fondano sulle discussioni all’interno di una classe, ma rifiuta l’assunto principale di quel tipo di cinema, cioè il realismo delle interazioni, preferendogli l’astrazione, senza avere la forza di ribaltare tutto e imporre le proprie (nuove) regole.

Non appena può La prima regola stilizza e musica, utilizza sovrimpressioni, ruba soluzi...