Promises, la recensione

La produzione è italo-francese, il cast è quasi tutto inglese, la lingua parlata è l’inglese, l’autrice è anglo-francese, Amanda Sthers, il protagonista è Pierfrancesco Favino. È un ensemble particolare per una co-produzione con la Francia evidentemente di grande ambizione (anche nella scrittura) ma mai di grande fattura.

C’è una vita intera dentro Promises, decostruita temporalmente per raccontare di promesse non mantenute e di sentimenti di un uomo che ha perso il padre da piccolo, ha un rapporto non facile con un nonno, due donne da cui ha avuto dei figli e una che ha sempre amato (ricambiato) e mai avuto. Vediamo gli eventi non in ordine cronologico passando dalla sua età infantile a quella anziana e poi di nuovo i suoi 30 anni e ancora l’adolescenza.

La decostruzione temporale di una storia sentimentale per lasciar emergere il sentimentalismo è diventato davvero un espediente da cinema mainstream con 500 giorni insieme e in Italia già l’avevamo utilizzato (...