La Ragazza del Mondo, la recensione
Un'ottima sceneggiatura buttata via da una messa in scena sciatta e controproducente. La La Ragazza del Mondo poteva essere un buon film
Mai assolutorio, mai pronto a condannare a spada tratta, La Ragazza del Mondo ha un equilibrio e una serie di elementi imprevedibili nella sua sceneggiatura che sembrano potergli aprire possibilità fantastiche. Nulla di tutto ciò però si trova in questo film messo in scena con una sciatteria e una pochezza registica che ammazzano tutto quel che di buono si trova in scrittura. È una valanga che parte dalla recitazione e finisce al montaggio, facendo salvo solo il reparto costumi e trucco, responsabile di tutte le scelte e i dettagli visivi più importanti e significativi del film, nonchè della trasformazione più interessante. La Ragazza del Mondo è un film in cui si fatica a seguire il meglio che la storia ha da proporre, si devono svicolare scelte puerili, si deve sorvolare su digressioni visive senza senso e appellarsi ogni volta al proprio buon senso per avere un po’ di fiducia nella scrittura.
Serviva un rigore estremo, una cura maniacale e una serie di decisioni di ferro per rappresentare questa sceneggiatura di Marco Danieli e Antonio Manca dotata di gran schiena dritta. Era necessario un approccio molto meno generico e velleitario per far emergere i pregi della scrittura (per l’appunto l’originalità degli esiti, l’equità della distanza, la forza gentile del suo approccio). Invece la regia dello stesso Danieli, la sua prima, ha una muscolatura debolissima.In un cast di ottimi attori inspiegabilmente si salvano solo Michele Riondino e i toni esagerati ma espressivi del proprio personaggio, nel montaggio diluito e poco reattivo sembra che ogni interazione vada in malora uccidendo il ritmo e mortificando qualsiasi possibilità di creare contrasti o armonie efficaci nei passaggi da scena a scena, da stacco a stacco. Un buon film buttato via.