La recensione di Shark Bait da giovedì 28 luglio al cinema

A seconda di come la pensiate 5 spring breakers a rischio di essere mangiati da uno squalo può essere lo spunto per un film di tensione come anche per una commedia a lieto fine nella quale lo squalo è il protagonista positivo. Shark Bait sceglie la via più seriosa, non curante di avere a disposizione un reparto effetti visivi di livello Asylum e quindi una resa non diversa da Sharknado. Solo senza la difficoltà di animare i tornado. Rimarrebbe un possibile film di tensione, uno in cui la minaccia non si vede ma si teme, almeno se James Nunn (no, non Gunn ma Nunn, già regista del quinto sequel di Presa mortale, con nemmeno più John Cena) non avesse l’ambizione di fare un film direct to video in un’era in cui quasi non esistono più che però va dritto in sala. Perché come privarsene, no?

La storia è quella di questi giovani americani pieni di alcol al mattino, dopo una lunga nottata, che in una zona deserta della spiaggia che fre...