La recensione di Sulle nuvole, al cinema per tre giorni dal 26 aprile

La musica e tutto quel mondo tirano fuori il peggio di me”, in questa frase pronunciata a un certo punto da Nick Vega, musicista autodistruttosi anni prima dopo un momento di grande successo nazionale, c’è lo spunto per un gran film, cioè l’idea che è esattamente ciò che sai fare meglio e ciò che ti può salvare a costituire la tua maledizione e ciò da cui devi stare lontano. Peccato che Sulle nuvole sembri non rendersene conto. Perché per quanto tutta la sua storia giri intorno a uno strano ritorno di Nick Vega, esiliatosi in miseria a Livorno, tornato a Roma per un lavoro da poco e preso da vecchi amori e alcol, vecchie dinamiche con case di produzione e nuove canzoni a sorpresa, lo stesso la concentrazione del film non è tanto sul rapporto distruttivo con quello che pare un destino scritto (la musica) ma sulla storia d’amore con una musa che non vuole più esserlo (forse).

Lungo il film infatti Nick, derelitto e se...