C’è l’aria del mini kolossal in USS Indianapolis, un film a budget contenutissimo, che annuncia la sua modesta grandeur già nella prima scena in cui è in atto una contraerea. Vediamo i cannoni della nave, inquadrature in aria di aerei che schivano o vengono colpiti, poi picchiano, distruggono o finiscono in mare. Tutto con effetti speciali a livello della Asylum (quelli di Sharknado).
Tuttavia è evidente che Mario Van Peebles non intenda lasciarsi tarpare le ali da un dettaglio come il denaro e lo stesso concepisca un film di 128 minuti con il passo epico di Michael Bay, un’operona per generali in pensione che canta l’onore dell’esercito celebrando i singoli al posto delle istituzioni, gli uomini e non la politica. Canta le uniformi e le foto, la giovane spensieratezza dei marinai, la leggerezza degli amori lontani, e la gravità delle responsabilità degli ufficiali, sempre integerrimi, l’orrore della guerra e la necessarietà del codice militare.

Insomma in questo film molto sgangherato...