La recensione di Veleno, il quarto e ultimo cortometraggio girato da Wes Anderson a partire da storie brevi di Roald Dahl disponibile su Netflix

Quella di Veleno è una scena come Wes Anderson, fino a oggi, ha mostrato di non voler scrivere. Nei suoi film non solo non c’è niente del genere, ma non c’è nemmeno qualcosa che ci si avvicini. Se La meravigliosa storia di Henry Sugar potrebbe essere un pezzo di un suo film, se Il cigno ha dei personaggi dalla forza quieta e delle dinamiche tra bulli e remissivi che gli appartengono, e infine Il derattizzatore ha esattamente il senso dell’assurdo e del grottesco che appartiene ad alcuni suoi personaggi minori (ma soprattutto ha lo sguardo su questi personaggi, molto dall’alto verso il basso), Veleno ha un tono, un ritmo e una finalità mai viste nei film di Anderson.

È una storia breve di tensione, 15 minuti in cui un uomo sta immobile ormai da ore nel suo letto perché ha sullo stomaco un serpente il cui morso è letale. Il serpente dorme, ness...