Sono gli alieni, è Dio, siamo noi stessi del futuro, non è niente solo una serie di reazioni fisico-chimiche che ancora non conosciamo e poi la teoria dell’eterno ritorno e la palingenesi, ognuno in 2001: Odissea Nello Spazio, e nel suo finale meravigliosamente ermetico, vede qualcosa di diverso. Ognuno vede in esso lo specchio delle proprie credenze, ciò che pensa amplificato da una lente intellettuale che rende tutto migliore, più sofisticato e suggestivo. La parte migliore del nostro pensiero raccontata come se non fosse nostro.

Film adottato dal Vaticano per l’evidenza di un disegno divino ma anche adorato dagli scienziati più materialisti, l’unico argomento di cui siamo davvero certi tratti 2001: Odissea Nello Spazio è il cinema, con quel monolite nero come uno schermo in 16:9 o un televisore ultrapiatto modernissimo che fluttua nello spazio e dà vita a tutto (l’intuizione, geniale, è di Enrico Ghezzi, pare un’assurdità ma più lo si pensa più ha un senso). È il racconto per immagi...