Il cosiddetto metodo Marvel di produzione dei fumetti è stato per anni un ottimo sistema per sfornare numeri su numeri in brevissimo tempo. Stan Lee scriveva un canovaccio, che successivamente veniva illustrato sulle tavole dal disegnatore che dava la sua interpretazione visiva della storia a cui il Sorridente aggiungeva poi i dialoghi. Questo sistema comporta un evidente problema di paternità: chi è l’autore. Il disegnatore, lo scrittore, o l’editore stesso? 

Un tema che è ritornato scottante a seguito della causa intentata da Patrick S. Ditko, fratello del disegnatore Steve Ditko, per rivendicare la sua parte di diritti. Cerchiamo di dirimere la questione, provando a vedere le eventuali conseguenze di una sconfitta della Disney. Posto che, in caso di vittoria, poco cambierebbe rispetto alla situazione attuale.

Un precedente nella storia della Marvel

Per prima cosa c’è già un precedente che possiamo osservare. Nel 2011 gli eredi di Jack Kirby avevano tentato le stesse vie per le stesse ragioni. Ovvero riottenere la paternità e quindi i proventi. La corte federale aveva decretato però che i suoi erano da considerarsi lavori su commissione. Quindi selezionati, voluti, e soprattutto prodotti con i soldi dell’editore a cui spettano i pieni diritti di sfruttamento. Il caso è stato portato alla corte suprema che ha compiuto un atto molto raro: ha ribaltato il primo parere, accettando di rivedere la questione. Alla fine il tutto si è risolto con un accordo tra parti di cui non si conoscono i dettagli. Voci sostengono che si tratti di uno scambio del valore di decine di milioni di dollari.

Una questione non indifferente quindi, valutata secondo dei criteri ben precisi e un caso di studio che potrebbe far tremare la Disney. 

Al giorno d’oggi, quando il lavoro viene creato con un contratto “su commissione”, significa automaticamente che il datore di lavoro è considerato l’autore. Nel 1960 le cose erano un po’ diverse e la legge del copyright faceva riferimento alla scrittura del 1909 poco completa. È stato così creato un test con delle regole precise per decidere se le vecchie opere d’arte commissionate siano da considerarsi come su commissione (e quindi di proprietà del committente). Questi parametri sono quelli che hanno guidato la decisione anche sul caso Kirby. 

Oggi questo precedente potrebbe essere un problema per la nuova causa. Ecco cosa è successo.

Patrick S. Ditko, il fratello di Steve Ditko, ha registrato ufficialmente, circa un mese fa, il 26 agosto scorso,  due richieste di terminazione dei diritti di copyright della Marvel Entertainment sui personaggi di Doctor Strange e Spider-Man.

La reazione della Marvel non si è fatta attendere. Ha preparato una contraerei legale. Tramite una causa preventiva ha citato gli eredi di storici autori della Casa delle Idee come Stan Lee, Steve Ditko e Gene Colan. Una mossa in attacco per mantenere il controllo completo dei diritti di sfruttamento di svariati Avengers come Iron Man, Spider-Man, Dr. Strange, Ant-Man, Occhio di Falco, Vedova Nera, Falcon, Thor e molti altri.

Cosa succede se la Disney\Marvel perde?

In caso di decisione di revoca dei diritti di sfruttamento dei personaggi, questi rimarrebbero comunque opere nate dal lavoro congiunto. La Marvel resterebbe quindi comproprietaria ma, secondo la legge statunitense, sia l’azienda che gli eredi degli autori hanno il permesso di usare liberamente i personaggi. Non potranno quindi bloccare lo sfruttamento in altri media (come appunto il cinema) ma godranno di parte dei proventi. Questo significherebbe dover contrattare le condizioni ogni volta che una di queste proprietà venisse sfruttata. 

Le disposizioni di risoluzione della legge sul copyright riguardano solo il mercato statunitense. Se si decidesse che la creazione di questi personaggi non è fatta su commissione, le leggi di altri stati, più generose nei confronti degli autori, potrebbero comportare una barriera in ingresso. In Canada, i comproprietari non potranno concedere in licenza senza il consenso dell’altra parte. È un caso ipotetico, ma senza accordo tra contendenti in alcuni stati potrebbe essere bloccato lo sfruttamento proprio per via delle leggi a tutela al diritto d’autore locali.

I coautori potrebbero inoltre dare la licenza di utilizzo ad altre case e ad altri studio. Una nota positiva? In quel caso potremmo vedere mirabolanti crossover, magari anche con l’universo DC.

Quanto è realistico questo scenario?

Non molto, ma nemmeno impossibile. Chiaramente Disney\Marvel è disposta a tutto per difendere delle proprietà che garantiscono ingenti quantità di denaro ogni anno. Hanno addirittura attaccato proattivamente per scongiurare questa evenienza. È lecito pensare che, nel caso le cose non si mettessero come previsto dalla Disney, la casa di Topolino tenterà un generoso accordo tra parti simile a quello che ha soddisfatto entrambi i contendenti nella precedente causa. 

Fonte: TheHollywoodReporter

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