Non si fuma più come un tempo. Un po’ perché in sempre meno film si vedono i personaggi con una sigaretta. In America i rating dei film (l’età a cui gli spettatori possono vederli) balzano all’insù ogni volta che del tabacco viene portato alla bocca. Non si fuma più come un tempo anche perché, letteralmente, dagli anni ’90 in poi è cambiato il modo in cui si gestisce questo tipo di scene. Oggi le sigarette nei film sono considerata alla stregua degli effetti speciali.

Sono delle prop, degli oggetti di scena, realizzati appositamente per il cinema. Fino a 30 anni fa però quando servivano le sigarette bastava chiamare le aziende produttrici e farsi mandare un pacchetto da far fumare veramente agli attori. Anche chi non l’aveva mai fatto o non aveva intenzione di iniziare. Non proprio il massimo per la salute, dato che le scene spesso richiedono molti ciak prima di essere completate.

Le sigarette nei film non sono finte ma diverse

Oggi si usano infatti sigarette alle erbe senza nicotina né tabacco. Possono essere copie identiche delle originali danneggiando molto meno (non sono mai completamente innocue) chi le usa.

Pare che non siano nemmeno sgradevoli da fumare, dato che si possono scegliere diversi gusti tra cui vaniglia, menta e fragola. Se qualche attore dovesse avere un particolare tipo di allergia il contenuto può essere variato, ma anche in base alle preferenza. Ad esempio Liam Neeson ama particolarmente la camomilla. 

In altri casi, come ad esempio quando sono i bambini a dover fumare al cinema, si usano sigarette spente poi accorciate di inquadratura in inquadratura aggiungendo in post produzione il fumo.

 

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E la droga?

Se sul set le sigarette non sono vere allora ovviamente non lo saranno nemmeno le droghe usate. Ma in questo caso il problema non è tanto quello di trovare un sostituto alla sostanza autentica, ma di farla “recitare” in maniera realistica. Il fumo della cannabis, ad esempio, ha una consistenza e un modo di interagire con l’aria particolare e riconoscibile. Un peso diverso da quello del tabacco e difficile da ricreare con altre sostanze. Gli attori fumano quindi della vera cannabis privata però del THC e quindi senza alcun effetto.

Ci sono molti modi per rappresentare l’eroina. Uno dei più usati per le inquadrature statiche, quindi quelle al “piatto” senza che venga sniffato è un mix di polvere per i pancake e di cacao. Non dovendo essere inalata dagli attori occorre solo che il colore sia credibile. 

Quando, invece, la sostanza viene scaldata sul cucchiaio solitamente si usa dello zucchero di canna con dell’acqua. La vischiosità permette di ricreare delle bolle molto simili a quella vera. Quando i personaggi la sniffano è tutto un altro discorso un po’ più complicato. Generalmente si usa infatti lattosio in polvere ma qualcuno potrebbe essere allergico. In quel caso si usa allora un preparato di vitamina B in polvere.

La principale controindicazione potrebbe essere un leggero fastidio risolvibile facilmente con uno spray nasale. Insomma nulla in confronto a quello che ha dovuto passare Al Pacino sul set di Scarface, dove la polvere usata era lassativo per bambini. Dato che venne inalata molte volte questa sostanza generalmente innocua fece dei piccoli danni al naso dell’attore il quale lamenta che, dopo il film, il suo setto nasale non fu più lo stesso.

Jonah Hill invece, in The Wolf of Wall Street, dovette assumere così tanta polvere di vitamina B che finì in ospedale con una bronchite. Anche se di per sé non fa male, averne in quantità eccessiva nei polmoni non è certo un toccasana. 

Per evitare questi spiacevoli inconvenienti spesso si usa un sistema di aspirazione nascosto. In pratica la cannuccia usata per “tirare su” non finisce nel naso dell’attore, ma in un sistema di pompaggio nascosto dalla prospettiva. Il trucco è usato soprattutto quando le quantità da sniffare sono piuttosto importanti per scene esagerate.

Fonte: Insider, Independent

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