Rubrica a cura di ColinMckenzie

Chi scrive, ha un'opinione netta sulla 'rivalutazione' di certe pellicole. Il punto è che la critica, per farsi notare, deve (ri)scoprire qualche regista, magari sopravvalutandolo a dismisura. Il problema è che, mentre negli anni cinquanta i redattori dei Cahiers du Cinema potevano rilanciare autori come Hitchcock e il Fritz Lang americano, ora di materiale interessante ne è rimasto pochino. Allora che si fa? Si prendono dei filmetti onesti ma non certo trascendentali e li si spaccia per capolavori, confidando nel fatto che non verranno visti dal 99,9% del pubblico.

Risulta però veramente strampalata l'ammirazione di Quentin Tarantino per questi prodotti, soprattutto nel caso di Quel maledetto treno blindato. La cosa buffa è che, mentre il film di Castellari era chiaramente un tentativo di sfruttare la scia de Una sporca dozzina, la pellicola di Tarantino, da quello che si è letto in giro, ha v...