The King’s Man – Le origini esce al cinema il 5 gennaio

Sono passati quasi quattro anni da quando Matthew Vaughn annunciò che avrebbe girato non solo un terzo capitolo di Kingsman ma anche un prequel, dando di fatto vita al Kingsman Cinematic Universe. Due di questi sono trascorsi senza che ce ne accorgessimo, impegnati com’eravamo a sopravvivere a un virus letale; e nel frattempo The King’s Man – Le origini ha continuato a venire rimandato, e rimandato, e rimandato ancora. Il prossimo 5 gennaio finalmente il film uscirà in Italia, un paio di settimane dopo l’uscita americana: se volete potete interpretarlo come un segno di qualche tipo, scegliete voi cosa. Sarà solo il primo di una lunga lista: dopo di lui usciranno Statesman, lo spin-off dedicato agli agenti segreti americani visti in Il cerchio d’oro, e Kingsman: The Blue Blood, il vero e proprio terzo capitolo della saga principale.

Tutto questo per dire che quello che nel 2014 era sembrato un divertente esercizio di stile, un omaggio ironico ai confini con la parodia alle grandi spy story del passato, quelle di James Bond in primis, sta diventando un altro pachiderma, uno di quei franchise che sta solo aspettando il momento giusto per tentare anche il formato della serie TV. Merito dei personaggi, senza dubbio, e del cast, ma merito soprattutto di Matthew Vaughn, che è riuscito a dare alla serie non solo una personalità narrativa, ma anche un’estetica ben definita e, in teoria, declinabile in infiniti modi diversi. Come dimostra per l’appunto The King’s Man – Le origini, che come vi abbiamo già raccontato nella nostra recensione è indiscutibilmente un Kingsman, ma è contemporaneamente qualcosa di molto diverso. Che cosa dovete aspettarvi, quindi?

 

Ralph

 

Aspettatevi un tono completamente diverso. The King’s Man – Le origini non fa (quasi) mai ridere, nel senso che rispetto ai predecessori si appoggia meno alle one liner e alle situazioni buffe e preferisce tenere un tono uniformemente serio, nel quale la comicità è figlia del contesto e della presenza di certe figure, non di una scrittura improntata a quello. Lo scarto di tono era prevedibile ed è immediatamente giustificato dalle prime sequenze: non stiamo parlando di un film nel quale un gruppo di agenti segreti devono sventare i pazzi piani di un supervillain che vuole conquistare il mondo, ma di una storia ambientata prima, durante e immediatamente dopo la Prima Guerra Mondiale, e che per non farsi mancare nulla si apre con un pizzico di colonialismo.

È un contesto completamente nuovo per Vaughn (The King’s Man – Le origini è senza dubbio il film più serio che abbia mai fatto), che affronta la materia con un taglio tra l’epico e il malinconico: nessuna celebrazione dell’eroismo bellico o della bellezza della guerra, ma un approccio (relativamente) concreto e realistico. Senza comunque rinunciare almeno in parte all’epica del coraggio: se ci concedete un paragone azzardato, c’è molto di Tolkien nel modo in cui Vaughn racconta le trincee della Grande Guerra.

 

Fiennes

 

Aspettatevi la stupidità nei posti più imprevisti. Tom Hollander, Daniel Brühl e Rhys Ifans interpretano tre (cinque, in realtà) personaggi storici legati agli anni in cui è ambientato il film. Tutti e tre hanno preparato il ruolo documentandosi meticolosamente sui loro personaggi, ma tutti e tre danno loro una curiosa, eppure perfettamente adeguata, virata comica. Lo dicevamo già nella recensione: The King’s Man – Le origini è una parodia più di quanto lo siano mai stati i primi due, e Rhys Ifans in particolare ha per le mani una figura talmente assurda già nella sua lettera storica (Rasputin) che non gli serve molto per trasfigurarla e renderla una macchietta – pericolosa, influente, ma comunque una macchietta. A scanso di equivoci, è una cosa buona: Matthew Vaughn fa questa curiosa scelta di mantenere un’espressione serissima e concentrata quando è in compagnia del gruppo di protagonisti, e di lasciarsi andare all’assurdità quando invece deve parlare di conquista del mondo e di stragi di massa, e il risultato finale lo ripaga.

 

The King's Man - Le origini Ralph

 

Aspettatevi meno azione, ma concentrata meglio. Djimon Hounsou, uno che di azione se ne intende, ci ha raccontato quando lo abbiamo intervistato che una delle scene di combattimento nelle quali è coinvolto è la più difficile che abbia mai girato in carriera. Non fatichiamo a crederlo e anche voi non farete fatica a identificare di quale sta parlando. Sia perché è il set piece definitivo del film, sia perché è una delle poche scene di pura azione di The King’s Man – Le origini. Si possono contare sulle dita di una mano, e sono tutte quante lunghe e dense abbastanza da compensarne la scarsità. Questo lascia a Vaughn molto più spazio per le riflessioni e la costruzione dei personaggi: a nostro parere l’occasione non è del tutto sfruttata, non per tutto il cast perlomeno, ma non c’è dubbio che quello che è il vero arco narrativo del film funzioni alla perfezione anche perché ha spazio per respirare.

 

Guera

 

Aspettatevi un po’ di sano complottismo. C’è sempre stato in Kingsman, l’idea stessa di un’organizzazione supersegreta che salva il mondo all’insaputa del resto dell’umanità ha dentro di sé i semi del “non cielo dicono!1”. The King’s Man – Le origini però ha la possibilità di giocare non con figure immaginarie, ma con personaggi storici i cui nomi fanno scattare ricordi d’infanzia/adolescenza e svariate madeleine al profumo di sudore liceale: non vi è mai venuto il dubbio, leggendo sui libri le gesta dei vari zar e re e aspiranti dittatori, che fossero tutti collegati, che esistesse una cabala segreta di supercattivi che si riuniscono in luoghi segreti per decidere le sorti del mondo? È complottismo 101, che nel momento in cui è applicato ai vari Rasputin, Gavrilo Princip e Mata Hari trascende quasi nella fan fiction: “e se fossero esistiti gli Avengers dei supervillain della storia del Novecento?”. È tutto talmente sopra le righe che è impossibile prenderlo sul serio, ed è l’aspetto più genuinamente divertente del film.

Trovate tutte le informazioni sul film nella nostra scheda!

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