L’entità del disastro che è stato l’ultimo anno per il brand dei Marvel Studios è ancora da quantificare, ma comunque le cose non sembrano mettersi bene. Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha aperto una crepa nel rapporto di fiducia tra il brand e gli spettatori. Un tradimento delle promesse fatte nella saga del multiverso. Doveva essere un titolo fondamentale, è stato uno dei più deboli. The Marvels ha dato un secondo colpo di martello allargando ulteriormente il danno.

Non tutto ciò che è male vien per nuocere? Forse, dato che il film di Nia DaCosta ha fatto suonare l’allarme in casa Disney. Stando alle dichiarazioni di Bob Iger il messaggio è stato recepito. La prima reazione importante al flop di The Marvels (che abbiamo già analizzato qui) è stata la razionalizzazione delle uscite. Nel 2024 il terzo Deadpool sarà l’unico titolo in arrivo dei Marvel Studios, quello a cui è dato il compito di intessere nuovamente quel rapporto con il pubblico che aveva garantito longevità alla saga. Se tutte le forze saranno concentrate lì è anche merito del segnale dato da The Marvels, da poco disponibile su Disney Plus. Ecco quindi cinque modi in cui questo blockbuster al femminile può essere analizzato come una diagnosi sullo stato di salute della Casa delle Idee e quali possibili terapie vanno sottoposte.

Il primo problema da risolvere è il tempo

Il grande nemico delle fasi 4, 5 e 6? Il tempo. Incarnato ovviamente dal personaggio di Kang, su cui si somma il problema del recasting di Jonathan Majors. Il destino del multiverso è strettamente legato alle singole linee temporali e… al tempo, reale, di produzione dei film. Meno quantità, più qualità è il proposito che -pare- guiderà le prossime produzioni di uno studio che è cresciuto in relativamente poco tempo da una dimensione semi indipendente, all’enormità che è ora. Tutto troppo veloce perché la struttura produttiva potesse assestarsi e cuocere al punto giusto le troppe ore di racconto sfornate ogni anno. 

Con l’arrivo della divisione televisiva i Marvel studios non sono riusciti a dare una ragione d’essere a tutte le storie. Si vede quali film hanno avuto una gestazione lunga e sensata, come Guardiani della Galassia Volume 3 (con una sceneggiatura chiusa anni prima). The Marvels, come affermato da Iger stesso, paga la fretta e la scarsa supervisione causate dalla pandemia. Sarà veramente solo questo il problema?

È tempo di snellire le trame

Vi scrivevamo che The Marvels è uno snodo di tante, troppe, trame. Kamala Khan è stata introdotta in Ms. Marvel. Monica Rambeu ha un ruolo importante in WandaVision. Entrambi sono show di Disney Plus. Il film sembra partire più da loro che da Captain Marvel (di cui è anche sequel). In mezzo dovrebbe esserci anche una Secret Invasion che di canonico pare avere molto poco. 

Quello che manca a The Marvels è una ragione per esistere al di fuori del suo incrocio di trame. Però al contempo i Marvel Studios hanno un disperato bisogno di unire e chiudere le linee di trama eccedenti. C’è infatti un limite nella quantità di intrecci che il pubblico è in grado di seguire e ricordare. In un universo in continua espansione è venuto il momento di restringere tutto a poche trame sviluppate con chiarezza. Che ne è degli Eterni? Quando tornerà Shang-Chi? Dove è Visione? Cosa sta facendo Doctor Strange nelle sue avventure dimensionali? Allungando continuamente l’attesa con promesse future si diluisce il peso specifico di ogni angolo dell’MCU. Serve capire la posta in gioco di oggi, non aspettare quella di domani. Il che ci porta al terzo punto…

Dove sono finiti gli eventi?

Nel mondo del fumetto ci sono run utilizzate per raccontare avventure singole, senza grandi conseguenze che evolvano la continuity. Sono fatte per lasciare mano libera agli autori e le più riuscite offrono interessanti studi sul personaggio. Al cinema tutto questo non funziona allo stesso modo. The Marvels è un film che sembra proprio venire da questo tipo di fumetti, non dai grandi eventi o dai numeri fondamentali che cambiano la storia del personaggio. Il cinema richiede invece un’evoluzione costante.

I migliori film della Marvel sono spesso quelli che al loro interno hanno più cambiamenti. Con criteri di fruizione in sala completamente stravolti da dopo la pandemia, per riportare il pubblico a pagare un biglietto occorre un senso di urgenza e di evento. Deadpool 3 risolverà tutto questo in attesa dei prossimi Avengers? Va da sé che un evento non basta in quanto tale… bisogna arrivarci con personaggi a cui si è affezionati, con la voglia di seguire l’evoluzione delle storie. Questo si può fare lanciando meno supereroi e dedicandogli più screentime. Curando di più ciò che si ha

the marvels costumi

Nuovi punti di ingresso

Chi vi scrive ha pensato in passato che il post Endgame sarebbe stato usato dai Marvel Studios come un ottimo punto di ingresso per nuovi spettatori. Non è stato così. L’MCU di oggi è tra i franchise più inaccessibili di sempre per chi non ha seguito fino a qui. Oltre ad un universo sfaccettato c’è il multiverso tutto. Molto divertente per certi versi. Per i meno nostalgici però fa l’effetto opposto. Per seguire, e capire queste storie bisogna fare i compiti a casa, ovvero vedersi svariate ore di film lasciati indietro. E nessuno vuole fare i compiti a casa. 

Così la comparsa di Bestia alla fine di The Marvels fa sobbalzare solo chi sa a che universo si riferisce il personaggio. Per le nuove generazioni, che prima o poi dovranno salire sul treno come unica chance per dare longevità al franchise, non è così facile tenere il passo. Anche in questo caso Deadpool 3 potrebbe semplificare le cose.

Mettere a posto il multiverso

Il multiverso non è una soluzione narrativa da condannare a prescindere. Andrebbe studiato per come è coerente con lo stato delle narrazioni postmoderne in cui la struttura stessa del racconto viene spezzata per accedere a nuove possibilità. Siamo in un’epoca di intrecci e la Marvel risponde proprio a questo. Però è il momento (a dire il vero lo era un paio di anni fa) per dare un ordine chiaro e semplice al funzionamento di tutto questo. Tra linee temporali, incursioni, dimensioni alternative, microcosmi, magie, c’è da perdersi. Se non si hanno chiari i limiti, le leggi che governano il multiverso, la sospensione dell’incredulità ci porta al “vale tutto”. Quando vale tutto, nulla conta. 

Bastano due o tre regole chiare. Bastava, ad esempio, far capire anche a chi non conosce i fumetti che lo squarcio nella realtà di The Marvels, l’incursione che sta per avvenire, può avere conseguenze entusiasmanti.

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