Warner Bros: parla Nicola Maccanico

Il direttore generale della Warner Bros. ci parla di finanziamenti pubblici, Internet, 3D e delle strategie della major per il dopo Harry Potter. E a questo proposito, c'è la possibilità di vedere in Italia i tre protagonisti per il lancio dell'ultimo film...

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Fonte: Badtaste.it

E' appena arrivato nei cinema il penultimo episodio di Harry Potter. Vogliamo fare un bilancio della saga?
Ogni capitolo della serie di Harry Potter ha mantenuto invariato il suo successo negli anni. Le ragioni? Credo che la magia di Harry Potter non risieda esclusivamente nel tema trattato, ma nel mix creato tra vita fantastica e reale attraverso le vicende dei tre protagonisti. Peraltro, mi fa un po’ sorridere leggere gli articoli su quanto spaventosa e dark risulterebbe questa pellicola: ritengo che i bambini contemporanei siano molto meno impressionabili di quanto lo fossimo noi. Inoltre, il pubblico di Harry Potter è cresciuto con questi film, quindi non parliamo più solamente di bambini.

Ci sarà la possibilità di avere i tre protagonisti in Italia per presentare l'ultimo film a luglio?
Ci proveremo, come d’altronde abbiamo fatto in questi anni. Purtroppo, capitava spesso che fossero impegnati nelle riprese dell’episodio successivo, ma questa volta, avendo concluso la saga, potrebbero essere liberi.

Harry Potter era il titolo che permetteva alla Warner di ottenere un successo garantito tutti gli anni in cui usciva. Puntate a trovare qualcosa del genere o pensate che Harry sia un fenomeno irripetibile? Qual è la vostra strategia a riguardo?
Esiste una strategia precisa. Dovremo costruire un numero maggiore di blockbusters. In questo senso l'accordo con la DC Comics, di cui Green Lantern sarà il primo prodotto che presenteremo, sarà molto importante. Una serie invece già al secondo capitolo è quella di Sherlock Holmes, property importante che siamo riusciti a svecchiare efficacemente. Speriamo anche che Zack Snyder con Superman possa ripetere i risultati di Christopher Nolan con Batman, l'idea è quella di rafforzare la collaborazione con registi di talento (tra cui anche Todd Phillips, il regista di Una notte da leoni). Così crediamo di poter restare altrettanto forti anche dopo Harry Potter.

E per quanto riguarda Lo Hobbit, sarà vostro anche in Italia?
Tutto dipende dagli accordi con la MGM che al momento, come sappiamo, sono in via di evoluzione. Lo Hobbit intanto uscirà sicuramente con la Warner negli Stati Uniti, e consideriamo questa un’ottima notizia per la nostra società.

Ci sono state molto polemiche recenti sui finanziamenti al cinema. Qual è la tua opinione?

Io penso che il cinema italiano si trovi in una fortunata congiuntura e che sia necessario cavalcarla. Credo che i risultati ottenuti con la detassazione siano un'ottima risposta ad alcuni nostri politici, che magari ogni tanto accusano il mondo del cinema di ambizione assistenzialista. Dobbiamo puntare sugli incentivi ed automatismi di contribuzione, perché queste misure vanno nella direzione della crescita del mercato. La svolta definitiva del cinema italiano arriverà quando non ci sarà la percezione che cultura e grande pubblico siano due entità distanti. Invece, bisogna cercare di catturare il grande pubblico e abbiamo esempi positivi in questo senso. Se fai un film “culturale” e non ci va nessuno, possono nascere dubbi sul suo reale valore. La Mostra di Van Gogh al Vittoriano è un grande evento culturale anche perché c'è gente che fa la fila per vederla, mentre non sarebbe lo stesso se il pubblico non rispondesse altrettanto bene.
Su questa base i finanziamenti diretti sono fondamentali per far nascere nuovi talenti, per garantire il mantenimento del patrimonio storico del cinema e per promuovere il nostro cinema nel mondo. Per il resto è necessario avere il coraggio di credere di più nel mercato e nei meccanismi di supporto alla cinematografia ad essi collegati.

In questo senso, non pensi che l’ossessione di ottenere una sala per tutti i film sia dannosa, visto che ogni settimana ci sono titoli italiani che escono senza speranze, mentre potrebbero ottenere maggiore visibilità con altri mezzi, in primis Internet?
Assolutamente. Quando ci sarà maggiore flessibilità alcuni film minori potranno utilizzare anche altri mezzi per affermarsi. Per esempio potrà  rivelarsi interessante un'anteprima sulle pay tv o su Internet. Da tempo discutiamo dell’eccessivo numero di film in programmazione nelle sale. Prima il meccanismo rendeva conveniente arrivare in sala comunque, per poi alzare il prezzo di vendita alle televisioni e migliorare le possibilità in home video, ma il mercato sta cambiando. La differenza è che l'home video sulle nuove uscite non offre più i profitti di un tempo, mentre il mercato televisivo è più variegato e magari vuole avere delle esclusive. Uno sfruttamento più flessibile del prodotto filmico potrebbe aiutare a massimizzare i ricavi ingolfando meno le sale.                        

D'altronde, è quello che avete fatto con The Blind Side...
In quel caso tutto nasce da un'analisi condotta con largo anticipo ed alla quale siamo rimasti coerenti nonostante gli Oscar. Le tematiche del film, la storia di uno sportivo di football americano (sconosciuto in Italia) e una questione razziale tipicamente statunitense, non lasciavano prevedere grandi profitti. Avendo inoltre un rapporto di partnership privilegiato con Mediaset, abbiamo pensato a un'operazione che ha modificato i meccanismi tradizionali e creato del valore aggiunto.

Per quanto riguarda situazioni come quella di Cinecittà e in generale i set in Italia, come favorire gli investitori esteri?

Dai miei incontri in America percepisco che l'Italia è un Paese profondamente amato e la voglia di venire a lavorare qui è grande. Molto dipende da noi, sicuramente per favorire questa tendenza bisogna permettere agli investitori di trovare dei vantaggi economici e non spaventarli con l’eccessiva burocrazia.

Tornando ad Harry Potter, ha fatto molto discutere la scelta di abbandonare il 3D per questo episodio. C'era la paura di ripetere le polemiche di ”Scontro tra titani”? Cosa pensate di questa tecnologia?

Credo che questa scelta rispecchi esattamente la politica della Warner sul 3D. Vogliamo offrire al pubblico solo un 3D di grande qualità, che sia funzionale alla storia raccontata, come avverrà per esempio a luglio per l'ultimo episodio di Harry Potter. La nostra strategia è chiara, con il 3D bisogna fornire un valore aggiunto al film, altrimenti si delude il pubblico e questo è pericoloso in prospettiva.

In questo senso, non pensi che il 3D sia stato visto come una scusa per far pagare un biglietto più costoso, mentre invece si potrebbe pensare a un ingresso maggiorato a seconda del budget del film? Per esempio, a me sembra strano pagare meno per una pellicola costosissima come questo Harry Potter, piuttosto che per Jackass 3D, costato forse un decimo...
Il tema dei prezzi è un tema delicato. Quello che posso dire è che come gli sfruttamenti dei film implicheranno maggiore flessibilità in futuro, così anche le politiche dei prezzi non potranno restare invariate. Le soluzioni o le ipotesi sul tavolo potranno essere diverse, non solo il costo produttivo del film o la sua “anzianità” in sala, ma è chiaro che il prezzo del biglietto entrerà ancora di più nelle dinamiche concorrenziali del mercato.

Cosa pensi dell'arrivo di iTunes in Italia e dei relativi prezzi?
Penso che sia molto importante che qualcosa si stia muovendo in questo senso. Peraltro, il fatto che la penetrazione di Internet in Italia sia ancora relativamente bassa, potrebbe rappresentare un'opportunità e dare più tempo all’individuazione delle giuste dinamiche d’offerta.

In questo ambito, ritieni che le videoteche siano un po' quello che erano le macchine da scrivere all'avvento dei personal computer? E quali sono le ragioni?
Ritengo che, in quanto consumatori, stiamo vivendo cambiamenti radicali e che questi generino cambiamenti nell’economia reale. E' giusto puntare il dito su Internet e pirateria, ma credo che un’altra antagonista delle videoteche sia la televisione e l’aumento esponenziale della sua offerta.

Per finire, voi avete sostenuto l'estate in sala con le uscite di Harry Potter e de Il Cavaliere Oscuro, ma quest'anno avete rinviato sia Nightmare che Inception. E' una questione solo di singoli titoli?
Per noi l'estate non è una battaglia ideologica, ma un momento del mercato con le sue precise caratteristiche. In questo senso scegliamo il posizionamento dei nostri film con le medesime logiche del resto dell’anno. Nell'estate del 2011, avremo il sequel di Una notte da leoni, Green Lantern e l'ultimo Harry Potter. Ripeto, non è una scelta ideologica, ma pensiamo che i titoli citati possano funzionare bene durante la parentesi estiva.

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