Quando Watchmen uscì Anthony Lane, il critico del New Yorker, scrisse che era la demolizione definitiva della striscia a fumetti.
Non era un complimento, si chiedeva (come molti altri si chiesero all’epoca) dove fosse finito lo spirito positivo, lo humour e il divertimento. Perché Watchmen, nonostante venisse dopo Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, era il primo atto di qualcosa che ancora non conoscevamo. Avevamo appena capito che il cinema dei fumetti poteva ambire ad essere molto più di sequel, ma poteva condividere un universo e fare in sala quel che si faceva da tempo su carta con Iron Man (2008), e questo film arrivava, separato da qualsiasi universo narrativo, con il peso del capolavoro cartaceo che adattava e la necessità di imporsi al mondo del cinema. E lo fece.

Fu odiatissimo e rimane ancora odiato Watchmen, ma ha impostato tutto il look dei cinefumetti non Marvel a seguire. Zack Snyder, poi “showrunner” dell’universo DC, ha creato lì il suo stile scuro e c...