3 grandi film sportivi (che non avete visto)
Cinema e sport è un connubio che non ha sempre funzionato, ma ovviamente ci sono delle eccezioni lodevoli. Ve ne presentiamo tre che hanno avuto una pessima diffusione in Italia...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Pensando a questa miniclassifica (o meglio, articolo di segnalazione) ho subito deciso di evitare film straconosciuti. Insomma, non mi citate Toro scatenato, Rocky, Fuga per la vittoria o altri titoli famosi. In questo caso, cerchiamo di far recuperare dei film che meritano molto, ma che in Italia praticamente non sono arrivati. Non so esattamente se questi titoli siano passati nelle nostre sale, ma anche se fosse si è trattato di un'uscita tecnica di poca importanza. Quindi, praticamente sono degli inediti...3 - Friday Night Lights (2004)
Raccontare il football americano partendo da un college texano è decisamente dura. Per chi non lo sapesse, come spiega bene Un sogno una vittoria (in quel caso, il personaggio praticamente non può giocare a baseball visto che non interessa a nessuno), in Texas c'è un solo sport ed è il football americano. Sport? Forse meglio parlare di religione, considerando il clima di fanatismo e ossessione anche solo per i risultati delle squadre di liceo e di college (qualcosa che per noi non ha senso). Così, può capitare che per un padre l'unica ragione di felicità (ma soprattutto di amarezza e rabbia) siano i risultati sportivi del figlio, mentre le insicurezze del quarterback si vedono sia sul campo che fuori. La pellicola insomma riesce a esprimere bene sia l'ambito sportivo (magari con un montaggio fin troppo forsennato, ma con un momento di straordinaria forza quando si entra in campo con gli Stooges in sottofondo), così come le tante, troppe vite sprecate di chi ha puntato solo sul football per dare un senso alla propria vita. Billy Bob Thornton si dimostra un ottimo attore e nel ruolo dell'allenatore girovago non cade negli stereotipi...
2 - Hoop Dreams (1994)
Se non sbaglio, si tratta del titolo preferito da Roger Ebert degli anni novanta. Attenzione però, in questo caso non stiamo parlando di una pellicola di fiction, ma di un documentario, che racconta le vicende di due giocatori di basket liceali, impegnatissimi a convincere gli osservatori del loro valore, per poter così ottenere una borsa di studio al college. Ma forse, più che la storia di questi due giocatori (che purtroppo non sono arrivati nella NBA come speravano), è tutta la vicenda del documentario a essere incredibile. Partito come un cortometraggio di 30 minuti, piano piano diventa un lavoro monumentale, con 250 ore di girato e soprattutto cinque anni in cui la vita dei due ragazzi e delle loro famiglie viene analizzata nei dettagli. Insomma, non solo un lavoro per appassionati, altrimenti non avrebbe ricevuto tanti consensi alla sua uscita, così come suscitato tante proteste quando l'Academy incredibilmente non lo inserì tra i cinque documentari nominati all'Oscar di quell'anno...
1 - Miracle (2004)
Il miracolo, è così che viene definita la partita di hockey tra Stati Uniti e Unione Sovietica alle Olimpiadi del 1980. Sulla carta non c'era storia. L'Unione Sovietica era la squadra imbattuta da anni, capace di sconfiggere i rivali americani per 10 a 3 pochi mesi prima. D'altronde, i giocatori sovietici erano quanto più simili a dei professionisti per un Paese comunista all'epoca, considerando i vantaggi rispetto alle persone comuni di cui beneficiavano, mentre gli statunitensi erano pieni di ragazzi ancora acerbi. Niente storia, insomma, ma come disse il commentatore della partita negli ultimi secondi "Credete nei miracoli? Sì". Kurt Russell, nei panni di coach Herb Brooks è in una delle sue interpretazioni migliori e anche se per gli appassionati è più facile ricordarselo nei film di John Carpenter (La cosa, 1997 - Fuga da New York) è perfetto sia nei momenti in cui devi sembrare duro, che in quelli in cui viene fuori tutta la sua umanità. Per questo, fa ancora più impressione la dedica alla fine del film al vero allenatore, morto pochi mesi prima dell'uscita della pellicola in un incidente automobilistico: "Non l'ha mai visto (il film, NdR), ma l'ha vissuto". Tante le idee intelligenti ed efficaci, ma in particolare una scelta che pochi avrebbero fatto: dedicare una sequenza a chi viene scartato all'ultimo momento dalla squadra. E i titoli di coda con Dream On degli Aerosmith in sottofondo sono da brividi...