Eclipse nei cinema... e sui giornali italiani
Il terzo episodio della saga di Twilight continua a portare ad articoli strampalati sui giornali, così come avviene per Toy Story 3. Intanto i Vanzina rifiutano la volgarità...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Eclipse è un film talmente importante nel panorama estivo italiano che i giornali non smettono di dedicargli spazio. E tra tanti articoli non disprezzabili, ce ne sono altri meritevoli del nostro nuovo Quinto Potere.Per esempio, strampalato pezzo sulla Gazzetta dello Sport, che dice:
Qualcun spieghi alla Gazzetta che, oltre alla radio, alla televisione e a Internet, ultimamente sono state anche inventate le prenotazioni per il cinema. Quindi, se hai il biglietto in mano con posto numerato e non ci sono attori in vista... che cacchio te spigni?Nessun accampamento questa volta. Eppure per vedere i dieci minuti che preannunciavano in anteprima mondiale il nuovo capitolo di Twilight, Eclipse, due settimane fa a Roma, con due degli interpreti del film, c'erano stati traffico in tilt e grandi spintoni per entrare. Ieri, invece, stessa città (ma anche a Milano), il giorno di uscita del film nelle sale, il clima era rilassato davanti ai botteghini: gruppetti di amiche, nessuna ressa, anche perché le scuole sono finite da tempo.
Complicato il ragionamento di Bruna Magi su Libero di giovedì 1 luglio. Parlando di Robert Pattinson, prima si dice:
Tutte le fan si commuovono per la sua anima di bravo ragazzo in Eclipse.
E poi invece (parlando del suo ruolo in Bel Ami):
E non sanno, le poverine, che Robert, zitto, zitto, si prepara a tradirle tutte diventando molto cattivo.
Insomma, classico articolo da quotidiano in cui si pensa che queste informazioni le possano fornire solo i mass media tradizionali. Veramente si crede che le fan non sappiano cosa fa in Bel Ami? Aho, hanno inventato Internet, eh...
Curioso invece il pezzo di Piera Detassis su Panorama, che inizia con un titolo fin troppo politicizzato e caustico come "L'amore ai tempi dei neocon", ma poi prosegue con:
Mentre lei rassicura il padre, "sono vergine", ma accetta che il semprenudo Jacob, con la scusa che i Licantropi sono caldi, la stringa una notte all'addiaccio sotto gli occhi gelosi di Edward.
Insomma, è più moralista Stephenie Meyer o Piera Detassis? Aspettiamo speranzosi di avere una risposta a questa domanda, magari controlleremo se le prossime copertine di Ciak contengono addominali o tette in bella vista...
Fiiiiiine...
Roberta Bottari sul Messaggero, intervistando i fratelli Vanzina, dice:
Due persone sincere, pronte a rifiutare con fermezza (ma senza protervia) di cavalcare il filone della volgarità, oggi così diffuso.
Non possiamo che confermare, e per far questo ci affidiamo a una delle loro scene più raffinate in assoluto, liberamente ispirata al cinema di James Ivory:
Andrea ci segnala che sul Venerdì di Repubblica si parla dell'annuncio che la Fondazione Fleming ha affidato a Jeffrey Deaver il compito di scivere un nuovo romanzo su James Bond. L'articolo si chiude così:
"Anche per il Bond di Deaver è già previsto un film, e Daniel Craig si sta già preparando"
Interessante, c'è un Bond sospeso per i noti problemi della MGM e Daniel Craig si starebbe preparando a un altro Bond? La vedo dura...
Toy Story 3: il caso inesistente...
Le 'polemiche', si fa per dire, su Toy Story 3 (di cui vi avevamo già parlato nel precedente Quinto potere) continuano a ottenere spazio sulla stampa italiana. E' un classico esempio di articolo che le redazioni amano, magari perché si può aggiungere la voce "il caso" (wow, il CASO, deve essere qualcosa di grosso). Così, il Corriere dopo l'edizione online sfrutta anche quella cartacea, mentre Glauco Maggi sulla Stampa martedì parla del caso e già che c'è spoilera la trama della pellicola. Giorgio Carbone su Libero affronta lo stesso argomento e lo fa anche con parole sue. Non una grande idea, se pensiamo a:
Politicamente scorretto a un Disney cartoon non l’aveva mai detto nessuno in ottant’anni di Disney (è vero che nella partecipazione Pixar c’è sempre un demonietto anticonformista, ma insomma c’è sempre il grande Walt a vegliare dai cieli che nei suoi prodotti non accada niente di scorretto).
Però, si vede che Carbone è grande conoscitore della Disney. Per esempio, I racconti dello zio Tom è un cartone del 1946, che da tempo non viene ristampato in home video perché gli stessi dirigenti della Disney ritengono che contenga del materiale discutibile dal punto di vista razziale. E che dire di Aladdin, che negli anni novanta ha provocato forti proteste da parte delle comunità arabe? A questo punto, complimenti a Michele Anselmi, che sul Riformista confuta tutte queste cretinate sul nuovo cartone Pixar...
Federico Magi, recensendo Ragazzi miei sul Secolo d'Italia, pone un interrogativo interessante:
Almeno per coloro i quali hanno la sana abitudine di godere di un film in sala, qui in Italia, vista la pessima distribuzione - tutto ciò è davvero inspiegabile...
Inspiegabile? Semplicissimo, invece e colgo l'occasione per spiegare una cosa importante, anche se tengo a sottolineare che Magi non ha scritto bestialità. Ragazzi miei è un'uscita tecnica, ossia una pellicola che arriva in sala solo perché obbligata dai contratti televisivi (che prevedono un aumento di valore per un titolo appunto se esce nei cinema). Ovvio che se il distributore (in questo caso la Buena Vista) nel film non ci crede non stamperà tante copie e visti i risultati difficile dar loro torto. Infatti, nei 15 schermi in cui è uscito lo scorso weekend Ragazzi miei ha ottenuto 3.843 euro, con una media per schermo di 256 euro (insomma, circa 3-4 spettatori a proiezione). Adesso dovrebbe essere tutto chiaro...
Infine, sul Tempo classico articolo discutibile e soprattutto in ritardo ('solo' tre mesi), sull'Oscar sfasciafamiglie, con il solito elenco di attrici premiate con la statuetta, ma 'sconfitte' nella vita privata. A questo punto, fare delle belle rubriche sui cartomanti, no?
Vi ricordo che, per segnalarci articoli interessanti, potete scrivere su questo Discutiamone nel Forum Cinema