Giovanni Veronesi contro il 3D
Il popolare regista italiano se la prende con i kolossal americani in tre dimensioni, ironizzando sugli spettatori che li vanno a vedere e proponendo di farli uscire solo d'estate. Purtroppo, non scherza...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Ogni tanto, mi chiedo se certi registi italiani si rendono conto di quello che dicono. Le ultime dichiarazioni di Giovanni Veronesi sul 3D sono, in questo senso, esemplari. Forse, i risultati di Genitori e figli (fermo a 8,3 milioni, decisamente sotto i suoi standard) lo hanno reso nervoso e alla ricerca di un capro espiatorio. E cosa di meglio dell'anticristo 3D, che sembra perfetto come barsaglio?Ultimamente, abbiamo discusso di certe scelte legate al 3D, ma nel caso di Veronesi si va ben oltre le critiche comprensibili e si arriva al limite della guerra santa. Il regista aveva iniziato con un'intervista a Egle Santolini uscita il 28 marzo sulla Stampa. Lì, eravamo a metà tra l'ironia e la contestazione, per esempio nell'affermazione:
Francamente, mi sembra una generalizzazione. Possibile che più di 400 schermi (la maggior parte dei quali realizzati nell'ultimo anno e quindi di nuovissima generazione) non siano 3D efficaci? Anche alla mitica sala Arcadia di Melzo? Mah. Dove si prende in giro lo spettatore è invece alla domanda dell'intervistatrice "i famosi occhialini?", a cui viene risposto così:Intanto quel che si vede nelle sale italiane non ha nulla a che spartire con il 3D autentico. Io ho fatto l'esperienza all'estero, occorrono una platea a triangolo rovesciato e con la punta in basso e lo schermo adatto, mica come i nostri ancora con la puntinatura..."
Ah, quello poi è lo spettacolo migliore. Ha provato a voltarsi, in sala, e a vedere l'effetto che fanno? E' quello il vero spettacolo, io gli ho fatto pure le foto con il flash, mi sembravano matti".
Insomma, veronesi va a vedere un film in 3D in sala, si presume che abbia anche lui gli occhialini (altrimenti che vede?), ma decide che gli spettatori dietro di lui e che stanno nelle sue stesse condizioni sono dei matti. Coerente, non c'è che dire...
Ma ultimamente, visto che il tema lo prende parecchio, il regista ha parlato del 3D anche al Mattino. Non sono purtroppo riuscito a trovare l'articolo originale, ma ne parla il sito Best Movie, riportando tra le altre questa dichiarazione:
Questi due kolossal americani (Avatar e Alice, NdR), proposti in sala a un prezzo maggiore, hanno danneggiato non solo i film italiani ma anche gli altri americani e gli stranieri in genere. Secondo me, se i film evento in 3D fossero lanciati soltanto da maggio a settembre, raggiungerebbero comunque cifre ineguagliabili ma garantirebbero anche uno spazio equo nel mercato a tutti gli altri concorrenti. Il cinema italiano non è andato affatto male ma poteva andare molto meglio senza ‘Avatar’ e ‘Alice'".
Da dove iniziare? E' opinione comune che l'arrivo di Avatar abbia portato tanta gente al cinema che non ci andava da tempo, cosa di cui hanno beneficiato anche le pellicole italiane (ne parlava anche il produttore Riccardo Tozzi, come vi avevamo raccontato qui), che magari sono state viste come alternativa accettabile/gradevole quando si è scoperto che erano finiti i biglietti per il film di James Cameron. Di sicuro, se qualcuno non vuole vedere un film italiano non lo fa comunque. anche senza Avatar di mezzo, ma non si riesce a capire quali dovrebbero essere i danni.
Ma anche se ci fossero, qual è la soluzione, impedire per legge l'uscita delle pellicole americane nei periodi più importanti? Veronesi pensa forse di essere in Cina, dove è pratica comune favorire il prodotto autoctono? Ci si rende conto che questa soluzione va contro ogni idea di mercato e sarebbe facilmente denunciata dalle major (magari al parlamento europeo)? E comunque, siamo sicuri che la mancanza di kolossal americani sarebbe un beneficio? Se la gente va meno al cinema, significa che tante sale dovranno chiudere e molte persone (di nazionalità italiana, non statunitense) perderanno il lavoro. Se poi Veronesi vuole credere che, senza Avatar, i 65 milioni incassati da quel titolo si sarebbero divisi tra i film italiani (e ognuno di essi avrebbe fatto almeno 15-20 milioni di euro), liberissimo di illudersi. Ma certo di fronte a dichiarazioni come queste, non ci si stupisce che il cinema italiano abbia tanti problemi con il libero mercato...