Il film indipendente del 2010?

Un regista celebrato per le sue precedenti opere e una star mondiale ottengono appena 4 milioni di dollari negli Stati Uniti. Eppure, danno vita a una pellicola genuinamente indipendente e forte. Si tratta di..

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

... Greenberg. Stiamo parlando dell'ultimo film di Noah Baumbach, regista che ha ottenuto molti consensi (forse anche troppi, almeno a parere di chi scrive) per Il calamaro e la balena, mentre come protagonista c'è Ben Stiller, che mostra un volto decisamente più dark e meno simpatico del solito. Grazie a questo film, i due tirano fuori probabilmente il loro lavoro migliore in assoluto.

Greenberg è l'esempio perfetto di come dovrebbero essere i film indipendenti americani e come purtroppo sono sempre meno, nel disperato tentativo di farli diventare i nuovi Juno o Little Miss Sunshine. Questa pellicola, invece, risulta tutt'altro che carina e grandevole, ma anzi contiene momenti e situazioni feroci e inquietanti. D'altronde, già l'idea di prendere Ben Stiller per un prodotto in cui si ride pochissimo (e solo amaramente) è la dimostrazione di un coraggio ammirevole.

Proprio la star fa quello che dovrebbe fare per una pellicola di questo tipo: dimenticarsi di essere una star e limitare moltissimo il suo abituale campionario di smorfiette e frasi simpatiche. Nei panni di un uomo appena uscito da un ospedale psichiatrico e desideroso di non far nulla, Stiller ci regala uno dei personaggi più memorabili dell'anno, un cinico misantropo disilluso dall'amore e dalla vita. I momenti da ricordare sono diversi, ma soprattutto l'analisi al ristorante, il monologo terribile che fa quando tutto sembra andare per il meglio e almeno un paio di frasi-manifesto ("La vita è sprecata per i giovani", "no è sprecata per la gente"; "non vivo il presente perché sono ancorato al passato, che non ho veramente vissuto") rimarranno impressi a lungo.

In generale, è encomiabile la volontà di regista e attore di non addolcire la pillola, ma di spingersi sempre un passo più avanti nel rendere sgradevole questo personaggio, assolutamente disinteressato agli altri, ma pronto a offendersi per degli aneddoti piccanti che gli racconta una ragazza. Ed è proprio quest'ultimo personaggio a fornire il senso di malinconia perfetto per la pellicola, anche grazie a un'interpretazione stupefacente di Greta Gerwig. Fin dall'inizio, capiamo che non è certo una comprimaria (scelta ammirevole, considerando che c'è una star di mezzo), con tutto il suo passato, che possiamo immaginare grazie a piccoli accenni. E anche tanti altri attori non protagonisti (Rhys Ifans su tutti) danno il loro meglio per la pellicola.

E' veramente difficile trovare altri prodotti con dei dialoghi così profondi e sinceri, coinvolti sì in situazioni spiacevoli, ma che tuttavia ci permettono di sentire i personaggi più vicini, che ci piaccia o meno. E con una regia magari minimalista, ma non per questo incapace di dar vita a momenti quasi visionari (come il vassoio di cibi). Anche il finale, sostanzialmente prevedibile, arriva in maniera intelligente e non enfatica. Sperando che venga superato da una pellicola anche più bella, per ora di gran lunga il miglior titolo indipendente del 2010...

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