Il miglior documentario... senza regista?
Ha ottenuto ottime recensioni al Sundance ed è protagonista di un'uscita innovativa nelle sale americane. Eppure, non è neanche sicuro che il suo realizzatore esista veramente. Si tratta di...
Fonte: Varie
...Exit Through the Gift shop. Nella recensione/scheda della rivista Empire (che per la cronaca gli affibbia 4 stellette su 5), alla voce regista, c'è un emblematico 'Not Known'. Errore di battitura o disattenzione del giornalista? Non proprio. Si dà il caso che questo documentario sia 'ufficialmente' diretto da Bansky, un celebre artista di strada, che però... forse non esiste. In effetti, sulla sua identità il mistero è fitto, come potete leggere nella scheda di Wikipedia.Come si può facilmente capire, stiamo parlando di un'artista sui generis e che ama le provocazioni. D'altronde, tra i suoi 'lavori', figurano degli animali (veri) dipinti, delle banconote false con la scritta "Banksy of England" e tanti murales che hanno colpito l'immaginario britannico e mondiale, portando alle stelle le quotazioni delle sue opere (acquistate anche da star come Christina Aguilera) e permettendogli di collaborare con i Blur alla cover del loro disco Think Tank.
Ecco che Exit Through the Giftshop diventa così un oggetto misterioso e affascinante. Anche se lui esiste veramente, è stato proprio Banksy a dirigerlo? Domanda curiosa, ma a leggere le varie recensioni in giro (come quella del Guardian o di In Contention, che ne parla come del nuovo Man on Wire o Anvil, un lavoro in grado di interessare un pubblico variegato) il risultato finale sembra molto buono.Giusto per complicare le cose, il documentario non parla però di Banksy, ma di un altro artista di strada, Thierry Guetta, conosciuto anche con lo pseudonimo Brainwash, che il regista di questo documentario ha convinto a diventare la star del suo film. Peccato che sia difficile mettere la mano sul fuoco per quanto riguarda la reale esistenza di Brainwash.
E se non siete ancora troppo confusi, parliamo anche della distribuzione, in perfetto stile Banksy-anarcoide. Nonostante le tante richieste ricevute (almeno così garantiscono i responsabili, ma su questo probabilmente dicono il vero), si è preferito non cedere i diritti del film, ma collaborare con la società Producers Distribution Agency, che il 16 aprile presenterà il documentario a New York, Los Angeles e San Francisco, per poi lentamente proporlo in altre città. Insomma, decisamente lo stesso spirito autarchico che contraddistingue i suoi lavori.
In attesa di vederlo (speriamo) anche da noi, potete guardarvi il trailer: