Intervista: la Universal ci parla di 3D, stagione estiva e molto altro...

Abbiamo intervistato Richard Borg e Massimo Proietti, rispettivamente direttore generale e responsabile marketing della Universal. Si parla dei costi del 3D, di stagione estiva, Kick-Ass, animazione, window e pirateria...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Iniziamo dal 3D, che al momento suscita grandi discussioni. Il costo del biglietto rischia di essere eccessivo?
Richard Borg: Il costo del 3D è giustificato se è effettivamente un 3D vero e di qualità. Ci sono stati dei problemi, perché abbiamo saputo di gente che si lamentava per aver pagato di più per film, senza fare nomi, che non erano praticamente in 3D e di qualità scadente. Avatar è ovviamente il massimo di qualità, anche il 3D di Alice in Wonderland era una conversione fatta bene, ma purtroppo stiamo assistendo a una corsa al 3D come se fosse la panacea di tutti i mali. Noi distribuiamo i film della DreamWorks, che è l'azienda che si è battuta per pubblicizzare i film 3D di qualità. Per il futuro, speriamo non ci siano troppi 3D affrettati e in questo senso giustifico la preoccupazione sia degli esercenti che del pubblico sull'aumento del biglietto per dei film che non lo valgono.

Pensate che i risultati americani di Shrek Forever After, inferiori alle attese, possano essere un piccolo segnale di disaffezione dal 3D?
R.B.: Assolutamente no, intanto perché Shrek era già in 3D fin dall'inizio del progetto. E se è vero che in America non è andato come previsto, sui mercati internazionali in cui è già uscito ha ottenuto mediamente il 30-40% in più del secondo e del terzo episodio.

In generale, c'è un pericolo sovraffollamento di titoli 3D?
R.B.: Penso che sia una preoccupazione eccessiva, perché da agosto-settembre le sale che potranno mostrare il 3D saranno circa 700, contro le circa 550 attuali. Insomma, si potranno anche avere tre titoli 3D nello stesso momento (anche se non con uscite simultanee). Per esempio, dal 21 novembre al 17 dicembre escono 4 titoli (Harry Potter, Rapunzel - l'Intreccio della Torre, il terzo Narnia e Megamind), ma i primi due probabilmente per il periodo delle feste saranno già stati sfruttati. Il problema può essere più che altro per le famiglie e il prezzo maggiorato.
Massimo Proietti: Comunque il 3D ha permesso di differenziare il prezzo in un mercato abituato al prezzo identico, nonostante gli investimenti possano essere molto diversi. Non so quanto sia giusto che Avatar 2D costi quanto Una Canzone per te ma ovviamente questo non è un discorso che dipende da noi. Diciamo che Avatar ha posto la questione in maniera forte e oggettiva. Poi c'è da dire che si discute sempre sui prezzi dei biglietti, ma mai su quelli dei popcorn e della Coca Cola nelle sale.
R.B.: Tanto per far capire che la questione del prezzo biglietti non è recentissima, mi ricordo che all'epoca molte sale che proiettavano C'era una volta in America aumentarono il costo d'ingresso, come se fossero due film.

Cosa pensate della stagione estiva in Italia? E' possibile che si vada oltre a qualche titolo forte e un deserto generale per il resto?
M.P.: Onestamente non riesco a vedere l'estate come un problema, ma come un'opportunità. Certo, negli Stati Uniti c'è un'abitudine al consumo legata alla chiusura delle scuole, che con l'orario lungo non permettono molto tempo libero ai ragazzi durante l'anno. Questo da noi non c'è. Però mi piace ricordare che la nostra azienda, ancora prima di Mission Impossible 2 (luglio 2000), aveva fatto dei passi in avanti per prolungare la stagione, addirittura con Proposta indecente, uscito a maggio del 1993. Certo, il mese di agosto continua a essere problematico, perché non escono film medi e di qualità, senza contare il vuoto di titoli italiani.
R.B.: Comunque, va detto che ormai ci sono delle date di uscita consolidate, per esempio fine agosto per l'animazione, un appuntamento che abbiamo lanciato noi con Madagascar. Gli esercenti sono i primi a chiederci di conservare una data come il 25 agosto per Shrek e vissero felici e contenti, considerando i dati straordinari ottenuti in questi anni. In precedenza, non era possibile qualcosa del genere prima di metà settembre. Spesso gli esercenti sono un po' frettolosi a chiedere con insistenza il day and date con gli Stati Uniti, mentre invece noi cerchiamo di fare attenzione alle date di uscita europee, con le quali è più logico cercare un collegamento.

L'esempio di Alice in Wonderland, che di recente ha superato il miliardo di dollari, non dimostra che la window media (intorno alle 15 settimane) ormai è troppo lunga?
R.B.: La verità è che il mercato è cambiato. C'è il disperato tentativo dell'esercizio di salvaguardare questo sistema, ma per varie ragioni le window andrebbero tutte riviste. L'uscita in sala rimane sicuramente una vetrina necessaria e fondamentale per tutti gli altri mercati, ma bisognerebbe decidere in base al prodotto. Se Avatar ha una tenuta del genere, è ovvio che si può tranquillamente andare oltre le 15 settimane di window, ma cosa dire di quei titoli che dopo due settimane sono morti? Bisognerebbe dare l'opportunità a chi ha investito di recuperare rapidamente i suoi soldi se le cose non sono andate bene nelle sale. Gli esercenti hanno paura che accelerando l'uscita in home video, inizi prima anche la relativa pubblicità, convincendo gli spettatori che si può aspettare ed evitare di andare al cinema. Ma è chiaro che il pubblico sta tornando in massa nelle sale, che offrono un'esperienza irripetibile.

Pensate anche voi di compiere un'operazione come quella fatta dalla Warner per The Blind Side, che non è uscito nei cinema ma direttamente su Premium e poi in home video? Magari poteva essere il caso di The Soloist, che arriverà nei cinema italiani il 23 luglio...
R.B.: Nel caso di The Soloist, c'è un film che sembrava poter essere molto importante, per storia, cast e regista, ma che ha dato dei risultati disastrosi. Noi cerchiamo di proporlo in un periodo tranquillo, comunque per fare un'iniziativa come quella della Warner bisogna anche risolvere tanti problemi di diritti.

Quali film del vostro listino potrebbero dare risultati sorprendenti?
M.P.: A mio avviso, Cattivissimo Me potrebbe fornirci delle soddisfazioni notevoli. Abbiamo dei materiali di marketing ottimi. Inoltre, stiamo facendo un ottimo lavoro sul doppiaggio.
R.B.: Qui c'è una sceneggiatura incredibile e dietro all'operazione c'è il produttore de L'Era Glaciale. Inoltre è un 3D di qualità, peraltro per un film prodotto in Europa con maestranze francesi.

Beh, sarebbe bello allora avere qualcosa del genere realizzato in Italia...
R.B.: doveva esserci un'avventura di questo tipo, ma poi il progetto è naufragato per i soliti problemi politici e di gelosia, nonostante docenti provenienti dalla DreamWorks e dalla Disney avessero dato la loro disponibilità.

Si parlava prima del doppiaggio. Cosa pensate dell'abitudine italiana di far doppiare i cartoni animati a personaggi famosi, che magari non hanno grande dimestichezza con questo lavoro?
M.P.: Intanto dico una cosa ovvia, ossia che i doppiatori professionisti svolgono un ottimo lavoro, che è di gran lunga migliore di quello dei non professionisti. E' ovvio che avere dei personaggi famosi serve soprattutto come elemento di marketing, magari anche semplicemente per le interviste. D'altronde, la Dreamworks di Katzenberg decide di costruire i propri film intorno a delle star e magari ci chiede di replicare questo meccanismo.

Come si lavora per promuovere un film come Paranormal Activity 2, dopo che il primo film è stato accolto con molte critiche dagli spettatori italiani?
M.P.: adesso è difficile dirlo, perché dovremmo prima sapere come sarà impostato. Sicuramente, ci sarà la voglia di dire qualcosa di diverso, altrimenti non avrebbe senso realizzarlo...
R.B.: Devo dire che sono rimasto molto deluso dal risultato finale della pellicola, mi sarei aspettato di più, anche perché era un prodotto che meritava.

Cosa pensate di un film come Oceani 3D, che in Italia è diventato qualcos'altro per il doppiaggio di Aldo, Giovanni e Giacomo? Non c'è il rischio che il pubblico si senta tradito e in seguito diventi diffidente?
M.P.: E' un'operazione difficile da giudicare. Penso anche che chi ha comprato un film ha il diritto/dovere di recuperare l'investimento.
R.B.: Penso che in generale sia una strada molto pericolosa e da contrastare. Noi ogni giorno siamo impegnati a combattere i tentativi di vendere prodotti minori. Purtroppo, i primi ad accettare questi discorsi sono gli esercenti, magari perché attenti ai soldi che arrivano per pubblicizzare i film. In questi casi, le aziende tentano di vendere dei titoli come se fossero il sequel di Via col vento. Magari gli esercenti fanno troppa attenzione ai risultati storici precedenti, con il rischio di rovinare l'immagine del mercato.

Ci sono speranze per vedere Kick-Ass in Italia?
R.B.: A noi è stato proposto, ma c'è un problema enorme con la censura, visto che si sa bene quali sono gli argomenti che vengono colpiti dalla commissione censura in Italia, che è molto sensibile alle situazioni collegate alla violenza sulle donne e ai bambini, anche per i tanti comitati di genitori e scolastici presenti. E se si prende un divieto ai minori di 18 anni, il film è morto. D'altronde, con i nostri standard, una pellicola del genere non può passare in televisione senza tagli.

Come pensate ci si stia muovendo in Italia contro la pirateria?
R.B.: L'obiettivo è di ottenere una legge che salvaguardi l'identità del nostro Paese, ma a questa va associata un'offerta legale, come sta iniziando ad avvenire in altri Paesi. Altrimenti, si fa la fine della musica. Poi, ovviamente, c'è anche la questione importante dei prezzi.
M.P.: Io posso fare un esempio personale. Per cinque anni non ho comprato CD, poi con l'avvento di iTunes magari mi prendevo un CD al giorno. Non è possibile che chi voglia un prodotto su Internet debba diventare un pirata per mancanza di alternative.
R.B.: Il fatto è che chi si concentra soltanto sull'aspetto legislativo, sono soprattutto le società legate alla distribuzione in home video, che con un'offerta di contenuti legale rischierebbero di scomparire. Io credo che in un prossimo futuro ci sarà un cambiamento totale, che avverrà all'improvviso e tutto di un botto, per cui magari avremo i titoli disponibili su Internet a 5-6 settimane dall'uscita in sala.

Come pensate che cambierà il rapporto delle major con Internet?
M.P.: A mio avviso, l'online nel giro di due anni sarà il nostro secondo canale pubblicitario dopo la televisione. L'importante è capirlo e conoscerlo bene, riuscendo a interagire efficacemente online, magari infrangendo le ultime resistenze rimaste, più interne che internazionali. Bisogna capire che molti vogliono avere informazioni e notizie con largo anticipo rispetto all'uscita di un film. Pensiamo a Super 8, che per ora ha fatto molto parlare di sé soltanto con un trailer online. E' un film importante, ma tutto quello che si sa viene esclusivamente dall'online...

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