La vera Alice visionaria

Delusi dall'Alice in Wonderland di Tim Burton? Allora potete recuperare un adattamento delizioso in cui l'animazione regnava sovrana. No, non la pellicola del 1951 della Disney, ma...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

...l'Alice di Jan Svankmajer. Piccola premessa: ho scoperto questo geniale regista cecoslovacco nel 2000 al Festival di Venezia, grazie a un gioiellino come Otesanek. Per chi ama l'animazione a passo uno, Svankmajer è un punto di riferimento, come diceva anche Darren Aronofsky nel commento al dvd di Requiem for a Dream, che aveva delle scene esplicitamente ispirate al lavoro di questo realizzatore.

Ma cos'ha l'Alice di Svankmajer rispetto a quella di Tim Burton? Beh, di sicuro non il budget, che probabilmente non è neanche un centesimo del prodotto della Disney (perdonate la facile battuta, ma d'altronde non sono un produttore con un film in gara agli Oscar e non mi sto rivolgendo ai membri dell'Academy). Per il resto, se quello che cercate in un adattamento dell'opera di Lewis Carroll è la fantasia e una sana dose di follia, sarete sicuramente soddisfatti.

La cosa che mi ha impressionato maggiormente è il fatto che in questo film ci sia un cambiamento nella tradizione. Insomma, l'impalcatura dell'opera di Lewis Carroll è evidente, così come il rispetto verso il lavoro originale, ma questo non impedisce a Svankmajer di lasciare la sua caratteristica impronta e di dar vita a un prodotto che è completamente suo (potrebbe essere questa la perfetta definizione di quello che è un autore).

La caratteristica maggiore di questa Alice è proprio la dimensione onirica della storia. Sicuramente certe limitazioni di budget influiscono sulle scelte, ma in situazioni in cui da una stanza si passa a un campo aperto (o magari, guardando in alto, si vedono delle facciate di palazzi) e in cui la tana del coniglio è una scrivania sono esattamente quelle che si vivono in un sogno, tanto da ricordare il miglior Polanski.

Un sogno o un incubo, perché questo adattamento non è proprio indicatissimo per i bambini più piccoli. Fin dall'inizio, siamo di fronte a un coniglio inquietante, ma le creature più spaventose devono ancora arrivare (basti pensare alla carrozza e al suo cocchiere). D'altronde, se anche un semplice pezzo di carne in movimento o la segatura che alcuni personaggi perdono dal loro corpo procurano dei brividi, significa che dietro c'è un realizzatore veramente efficace, soprattutto quando trova una soluzione geniale per mostrare Alice rimpicciolita.

Se vogliamo trovare nei difetti in questo film, va detto che il ritmo non è eccelso (ma siamo comunque sugli ottanta minuti, quindi non dovreste avere il tempo di annoiarvi) e c'è poca interazione tra i personaggi (magari anche per ovvie difficoltà tecniche). Peraltro, il fatto che si tratti di una pellicola sostanzialmente muta (si sente solo l'attrice che interpreta la protagonista citare delle battute del film, sue o degli altri personaggi) non rende facilissima l'interazione. Ma tutto questo non toglie che l'Alice di Svankmajer verrà ricordata anche tra 50 anni, cosa che purtroppo potrebbe non avvenire per quella di Tim Burton...

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