Le Iene e i manga: bastano 30 minuti per spolparsi il Giappone

Le Iene hanno fatto una discutibile disamina sui costumi sessuali del Giappone: tutto è cominciato parlando di pornografia nei manga...

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Se era tra i propositi della trasmissione (sospetto più che lecito), bisogna ammettere che il risultato è stato centrato. Nella puntata di venerdì scorso Le Iene hanno focalizzato l'attenzione soprattutto del web, di siti e di forum dedicati a manga e anime, che si sono lanciati contro il servizio di Nadia Toffa da Tokyo, intitolato: Solo fantasie sessuali o pedopornografia?

È stato girato in uno dei distretti più suggestivi e caratteristici della capitale, Akihabara, che nonostante quanto detto dalla inviata del noto programma di Italia 1, non è la Disneyland del fumetto giapponese, o meglio, non solo: conosciuta anche come The Electric Town, è un punto di riferimento per tutti gli appassionati di videogames ed elettronica in generale.

Le imprecisioni della Toffa si sono fatte più concrete e provocatorie quando è stata ora di introdurre l'argomento del reportage, con la frase che ha sollevato le proteste non solo della maggior parte degli otaku, ma anche di tanti appassionati della Nona Arte:

Ma Manga vuol anche dire sesso, cioè cartoni porno. E porno in Giappone vuole anche dire bambine.

[…] È la normalità, cioè un fattore culturale accettato.

Estrapolate dal contesto sono due fasi semplicemente agghiaccianti che si commentano da sé. In realtà nel prosieguo del servizio vengono considerati alcuni elementi che sono parte dell'immaginario erotico maschile, dall'attrazione verso le idol alle bambole gonfiabili con le fattezze di adolescenti.

Manga non significa cartoni animati, ma fumetti; sarebbe come dire che il cinema vuol anche dire sesso, cioè cinema pornografico. È una banalità, il fumetto è un medium come lo sono la televisione e Internet. Non crediamo alla dabbenaggine di una trasmissione solitamente intelligente come Le Iene, crediamo invece nelle furbizie per far audience e attrarre l'attenzione dell'opinione pubblica alludendo alla pericolosità di un mezzo d'espressione, senza circoscrivere e approfondire un problema che è certamente reale e vivo, ma non solo nel Paese del Sol levante.

Secondo i dati resi noti dalla polizia postale nel 2014, in Italia sono stati controllati ben 18.774 siti internet sospettati di contenere riferimenti e materiale pedopornografico. Nell'ambito delle indagini ne sono stati chiusi 1.745, sono state arrestate 38 persone e 428 sono state denunciate per adescamento di minori online, diffusione e commercializzazione di materiale a contenuto pedopornografico.

Abbinare questo fenomeno al fumetto o all'animazione è superficiale se fatto in buona fede, a dir poco scorretto se con secondi fini. Ci sono manga e anime che ritraggono adulti in atti sessuali e violenze nei confronti di adolescenti, ma sono disegni, non filmati reali, fanno parte del pattume che affligge ogni mezzo di comunicazione. Attenzione a imporre censure su un prodotto di fantasia come il fumetto, perché non ci si potrebbe o dovrebbe fermare al sesso...

Lo svarione del format diretto da Antonio Monti che ci rattrista di più, tuttavia, è l'analisi e il giudizio esteso all'intero popolo giapponese. Davvero nell'ultimo impero del terzo millennio “Non si fa più sesso, [...] non si fanno più bambini” e “si vendono più pannolini per anziani che per neonati” per la depravazione della sua popolazione maschile, il tutto innescato da insane letture? Le Iene hanno iniziato parlando di porno nei manga e dopo 30 minuti sono finite in una disamina socio-culturale e antropologica dei costumi sessuali di uno dei paesi più civili al mondo.

Semplice e innocua fantasia sessuale o incitamento alla pedopornografica?

Sublima un desiderio o lo scatena?

La risposta alla domanda finale vogliamo darla noi e rincuorare chiunque avesse dei dubbi al riguardo: il Giappone è uno tra i paesi con il tasso più basso di reati sessuali, compresa la pedofilia. I manga, anche la spazzatura incentrata su rapporti con minorenni, non incita il suo fruitore a divenire a sua volta pedofilo, come i fan del Punitore non vanno in giro con un mitra, facendosi giustizia da soli, né i lettori di Diabolik si trasformano in ladri e assassini esperti in pugnali.

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