Oscar 2010: il commento
Il trionfo di Kathryn Bigelow rimarrà nella storia degli Academy Awards, ma non vanno dimenticate le due statuette di Precious, i successi di Jeff Bridges e Sandra Bullock, così come le tante sconfitte di Tra le nuvole e Bastardi senza gloria...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
L'elenco di tutti i vincitori dell'OscarBisognava fare la storia e così è stato. Kathryn Bigelow è diventata la prima donna non solo a vincere il riconoscimento per la miglior regia, ma anche quello per il miglior film con una pellicola da lei diretta (fermo restando che di 'semplici' produttrici vincitori non ce ne sono tante). Ma forse l'aspetto 'femminile' rischia di soppiantare il vero, grande successo di The Hurt Locker: aver battuto il botteghino. E' vero che negli ultimi anni hanno vinto dei piccoli film come Non è un paese per vecchi e The Millionaire, ma si trattava comunque di titoli che con piccoli budget avevano ottenuto ottimi profitti. Qui siamo di fronte a una pellicola che ha incassato circa 13 milioni di dollari negli Stati Uniti e magari si ripagherà le spese con l'home video. Se il peggiore (dal punto di vista finanziario) vincitore dell'Oscar degli ultimi trent'anni era stato L'ultimo imperatore (che aveva raccolto 44 milioni nel 1987, ben altra cifra rispetto al film della Bigelow), si può capire che impresa è stata compiuta oggi.
E, sia chiaro, The Hurt Locker non ha vinto grazie al supporto dell'etichetta di Twilight, la Summit, ma nonostante il loro pessimo lavoro di promozione. Questo dimostra che si possono fare tutte le campagne del mondo e investire milioni di dollari in pubblicità, ma poi magari non è questo che conta. Comunque, va detto che per come si era messa fin dall'inizio la serata (soprattutto con la vittoria come sceneggiatura originale e le due, incredibili, nelle categorie sonore, per arrivare poi a un riconoscimento fondamentale come montaggio), di certo non è avvenuto nulla di sorprendente.Un altro film che può uscire decisamente soddisfatto è Precious, che oltre alla scontata Mo'nique (che ha ringraziato esplicitamente l'Academy per aver premiato la performance senza preoccuparsi delle strategie politiche, riferendosi alle polemiche che l'avevano vista protagonista) vince a sorpresa il premio per la miglior sceneggiatura non originale, che sembrava dover andare a Tra le nuvole. E proprio il film di Jason Reitman è il grande sconfitto della serata, avendo perso in tutte le sei candidature importanti in cui era candidato. E, se vogliamo, forse anche Bastardi senza gloria si aspettava qualcosa in più, in particolare nel campo della sceneggiatura, mentre l'Oscar a Christoph Waltz era ormai scontato da mesi. Che le tattiche di Mr. Harvey Weinstein si siano rivelate controproducenti?
Non c'è stato grande amore neanche per Avatar, che si è dovuto accontentare di tre categorie tecniche e null'altro. Ma d'altronde, dei segnali importanti come l'assenza di candidature per gli attori e lo script facevano già intuire che non sarebbe stato il bis del Titanic (almeno agli Academy Awards). Per il resto, due statuette per Crazy Heart e per Up, ma decisamente prevedibili e che quindi non fanno certo urlare al miracolo. Mi dispiace solo di non aver avuto lo stesso coraggio di Kris Tapley nel pronosticare The Secret of Their Eyes vincitore come miglior film straniero, mentre è bello ricordare che Ben Stiller, che durante la serata era 'navizzato' per presentare il miglior makeup, è stato un sostenitore importante del documentario vincitore, The Cove.
E se dal punto di vista cinematografico la serata è stata molto interessante, a livello di spettacolo francamente di cose da dire ce ne sarebbero. Fa uno strano effetto prendere due fuoriclasse come Steve Martin e Alec Baldwin e poi sottoutilizzarli, in una cerimonia che sembrava rapidissima fino agli Oscar dei migliori attori protagonisti e che si è arenata per questa stupida formula della presentazione dei candidati, per poi ripartire come un treno per le categorie fondamentali di regia e film. Per quest'ultima, Tom Hanks praticamente non ha fatto in tempo ad avvicinarsi al microfono che era già stato tirato fuori il nome di The Hurt Locker. Bizzarro.
Anche il consueto lavoro di montaggi è sembrato meno raffinato del solito e forse l'unico momento di commozione (almeno per il sottoscritto e per tanti della sua generazione) è arrivato grazie al ricordo di John Hughes attraverso delle clip e la presenza dei suoi attori feticcio. D'altra parte, difficile pensare a discorsi di ringraziamento interessanti e commoventi. Ci hanno provato i vincitori di Precious, ma sulla genuinità di Mo'nique (che solo qualche mese fa si chiedeva quanto valeva economicamente una candidatura all'Oscar) non metterei la mano sul fuoco. Meglio a questo punto uno degli scenografi di Avatar, che ha rivelato di essere stato vicino alla morte anni prima. Di sicuro, da questo punto di vista la delusione maggiore è arrivata da Jeff Bridges, che ha sostanzialmente fatto la lista della spesa ringraziando decine di nomi. Almeno, Sandra Bullock ha mostrato il solito mix di simpatia e commozione, ma forse in questo caso era un po' troppo nervosa.
Insomma, vincitori importanti e in alcuni casi storici, mentre la cerimonia è stata decisamente al di sotto delle aspettative. La media fatela voi...