Perché Avatar ha perso agli Oscar?
Domanda interessante, a cui prova a dare una risposta l'Hollywood Reporter, parlando dei problemi con gli attori e dell'appeal di underdog di The Hurt Locker. Ma facendo anche ipotesi poco convincenti...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
E' buffo che, nell'annata in cui l'Oscar passava a dieci candidati a miglior film, con il chiaro obiettivo di 'aggiungere' anche pellicole straviste dal pubblico (come per esempio District 9 e soprattutto The Blind Side, che mai sarebbero entrati in una cinquina) e di aumentare l'interesse verso la cerimonia, un film come The Hurt Locker (meno di 15 milioni di dollari di incassi) abbia sconfitto il kolossal che ha battuto tutti i record, Avatar. Per questo, molti hanno cercato di capirne le ragioni e tra essi anche l'Hollywood Reporter.Intanto, premessa. L'autrice dell'articolo, Elizabeth Guider, non mi sembra eccessivamente esperta di Oscar, visto che parla dei risultati come di una grande sorpresa. In realtà, The Hurt Locker veniva dato come favorito sia dagli esperti che dai bookmaker, quindi affiancarlo ai casi di Crash o di Shakespeare in Love mi pare una forzatura notevole.
Detto questo, alcune analisi sono corrette. La possibilità di fare la storia premiando una donna regista deve essere sicuramente passata nelle menti di tanti membri e non solo quelli appartenenti al gentil (si fa per dire, visto che film che è The Hurt Locker) sesso. D'altra parte, anche la volontà di premiare un film considerato (a torto o a ragione) più artistico rispetto al megacampione di incassi deve aver avuto il suo peso, anche se purtroppo nel 1998 nessuno si pose lo stesso problema quando c'era da scegliere tra Titanic e il più meritevole L.A. Confidential.Un punto interessante è il discorso attori membri dell'Academy, che forse si sono sentiti messi in discussione dalle interpretazioni 'digitalizzate' di Avatar. Va detto che, come capitato per Le due torri, era abbastanza evidente che dietro tutti gli effetti speciali anche nel film di Cameron ci fossero attori in carne e ossa che cercavano di esprimere le loro emozioni. Più che i personaggi digitali in sé, credo che un passo falso da parte del campo Avatar sia stato spingere molto per una nomination a Zoe Saldana, che francamente non mi sembrava proprio aver fornito un'interpretazione storica, 3D o non 3D. Magari, qualcuno l'ha visto come un segnale di presunzione, che ha provocato un effetto negativo.
Ci sono però dei punti su cui non sono proprio d'accordo con la Guider. Per esempio, quando sostiene che il nuovo sistema di voto abbia favorito The Hurt Locker, mentre Avatar avrebbe ricevuto un numero maggiori di primi posti. E' curioso perché fino alla cerimonia sia diceva che potesse accadere il contrario e che The Hurt Locker (che in condizioni normali sarebbe stato sicuro vincitore) rischiasse di perdere per questo cambiamento. Assolutamente opinabile invece l'affermazione che la Summit abbia fatto un ottimo lavoro per lanciare il film ai premi, visto che non era neanche riuscita a ottenere incassi accettabili da un titolo che è stato acclamato per lungo tempo.
Infine, si avanza l'ipotesi che Avatar sia stato sconfitto perché considerata una pellicola antiamericana. Peccato che, in certi ambienti, si dica lo stesso del film della Bigelow, quindi da questo punto di vista dovrebbe essere match pari. E francamente non credo che la storia 'derivativa' di Avatar (che ha preso spunto da pellicole come Pocahontas e Balla coi lupi, solo per citarne due) sia stata un grosso problema, considerando che Titanic non aveva certo una sceneggiatura originalissima (e infatti non era neanche stata candidata).
In sostanza, ho l'impressione che Avatar non sia riuscito a emozionare come aveva fatto Titanic (non certo un film perfetto, ma che aveva una storia d'amore molto più efficace al suo centro) e che forse, dopo la pioggia di Oscar che aveva bagnato quel titolo, non ci fosse tutta questa esigenza di far bissare Cameron. Ma, come sempre, non conoscendo i risultati precisi delle votazioni, possiamo fare solo delle congetture. Magari un pochino meno fantasiose di quelle che fa Lietta Tornabuoni sulla Stampa, che sostiene che "forse è una vendetta della gente di cinema contro il regista James Cameron che per gli infiniti effetti speciali del film ha usato la società neozelandese Weta di Peter Jackson". Non credo ci sia bisogno di un commento da parte mia...