Perché i film da Oscar ritardano?

Dopo esserci lasciati alle spalle la stagione degli Academy Awards, riflettiamo sull'usanza italiana di slittare diversi titoli papabili a febbraio/marzo. Con risultati che spesso non soddisfano le aspettative...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Già negli anni passati, magari nella pagine di commento agli incassi, mi lamentavo delle scelte dei distributori italiani, che spesso ritardavano l'uscita di certi titoli in corsa per gli Oscar fino a febbraio/marzo, con la speranza che delle statuette vinte portassero a migliorare i risultati di questi titoli. va detto che quest'anno, a differenza di altri, non c'è stata l'inflazione di titoli tutti nello stesso periodo, magari anche perché tanti film candidati (The Hurt Locker, Up, Bastardi senza gloria, District 9) sono usciti ben prima di novembre/dicembre anche negli Stati Uniti o magari perché la loro release non è dovuta certo agli Oscar (come Avatar).

Nonostante questo, non mancano titoli su cui si è puntato come favoriti agli Oscar, rimanendo scottati. Il primo è sicuramente Nine, che si sperava potesse far incetta di nomination, tanto da uscire il 22 gennaio (ossia dieci giorni prima dell'annuncio delle candidature). Peccato che il film di Rob Marshall sia stato massacrato negli Stati Uniti e sia risultato un flop, cosa che ha portato magari anche gli esercenti italiani a non crederci troppo. Di fronte a un risultato italiano così sconfortante (1,1 milioni) viene proprio da pensare che sarebbe stato meglio anticipare l'uscita.

Discorso simile anche per Amabili resti. Sì, ovviamente una pellicola di Peter Jackson di questo tipo è normale vederla in lizza per gli Oscar, ma non è andata così. Infatti, il film (uscito da noi il 12 febbraio) ha raccolto soltanto 1,7 milioni, dato negativo anche se paragonato a quello non eccelso americano (43 milioni di dollari). Anche in questo caso, si ha l'impressione che l'hype negativo arrivato dagli Stati Uniti, collegato con la mancanza di attenzione da parte dei premi, abbia danneggiato dei risultati che avrebbero potuto essere migliori con una data d'uscita anteriore. Magari, anche gli esercenti ci avrebbero potuto credere di più.

Ci sono poi casi di ritardi anche peggiori e con risultati che potremmo definire 'adeguati'. Penso al caso di The Messenger, uscito un mese fa da noi con il titolo di Oltre le regole, e che non arriverà neanche ai 100.000 euro totali, nonostante le due importanti candidature agli Oscar. E che dire di The Blind Side, che avrà pure fatto vincere l'Academy Award a Sandra Bullock, ma che non vedremo nelle sale italiane, considerando che arriverà direttamente in pay tv e in home video? Per non parlare di The Last Station (in arrivo il 28 maggio, dopo essere stato proposto al Festival di Roma e aver ricevuto due candidature per gli attori) e soprattutto Precious, che ha ottenuto due Academy Award importanti come sceneggiatura non originale e attrice non protagonista? Difficile aspettarsi miracoli da questi due titoli.

Questi esempi vanno appunto presi come tali (negli anni passati i casi erano molto più numerosi e variegati, segno forse che qualche cambiamento è in corso) e non come un attacco alle case di distribuzione che li hanno portati in Italia. La realtà è che questa scelta viene fatta spesso nel nostro Paese, ma per esperienza genera più problemi che vantaggi. Speriamo che in futuro se ne tenga conto...

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