Scontro tra Titani: non si parla del 3D
Tanti quotidiani italiani hanno deciso di non affrontare la questione 3D nelle loro recensioni di Scontro tra Titani, o lo hanno esaltato. Inoltre, i soliti spoiler, l'ennesima menzione de Lo Hobbit 4D e il "comunismo zen"...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
A volte, quando sento dire che i critici cinematografici sono lontanissimi dal pubblico normale, mi verrebbe da rispondere che è un banale stereotipo. Poi leggo certi articoli e sinceramente non riesco a confutare questa idea.Prendiamo il caso di Scontro tra titani. Per settimane nel mondo del cinema si discute del 3D, di come sia stato scelto solo all'ultimo momento per speculare sulla moda e che i risultati non sarebbero ottimi (eufemismo). D'altronde, i dati di oggi parlano chiaro: più del 90% degli incassi arriva dal 3D. Un critico che pensa al pubblico (ma anche semplicemente a giudicare l'aspetto visivo di una pellicola) ne parlerà sicuramente, no? No. Dalla mia rassegna, ho visto che gli unici che hanno menzionato la cosa sono stati Francesco Alò sul Messaggero (la recensione termina dicendo che il "3D è inesistente", giudizio breve ma chiarissimo) e Michele Ossani sul Sole 24 Ore, sostenendo "Quanto al 3D, aggiunto in tutta fretta in postproduzione, è come se non ci fosse: non ci si accorge mai di un'effettiva profondità nelle scene clou".
E gli altri? Calma piatta. Praticamente non se ne parla sul Mattino, il Giornale e il Venerdì di Repubblica. Alessandra Levantesi sulla Stampa non commenta minimamente il 3D, neanche di sfuggita. Ed è incredibile (a meno di una notevole svista da parte mia, ma non credo) che il Corriere non abbia finora recensito Scontro tra titani. Come è possibile, non merita nessuna attenzione? Alla gggente non interessa?Ma il parere più stupefacente arriva da Giorgio Carbone su Libero:
Il 3d impazza ogni volta che un mostro entra in campo (è possibile, anzi probabile, che la ragione per cui la vecchia storia è stata rifatta, sia stata la possibilità di rifarla in tre dimensioni). Se questa (del 3d) è la principale ragione del remake, bisogna riconoscere che nel caso specifico è un buon motivo (il tridimensionale per una volta non è pretestuoso, o un espediente succhiaquattrini) ma la vera marcia in più dei “Titani” (raffrontare per credere, la battaglia con gli scorpioni giganti dell’isola di Tenerife nella versione 3d con quella della proiezione piatta).
D'accordo, siamo in democrazia, ognuno è libero di avere la propria opinione, anche eventualmente di adorare questo 3D. Ma se tutti sanno che la Warner ha deciso di gonfiare il film in 3D nonostante non fosse stato girato in quel modo e che il regista era contrario, come si fa a dire che in questo caso il "tridimensionale non è un espediente succhiaquattrini"?
In attesa del 5D...
... c'è sempre il 4D de Lo Hobbit. Un po' come accaduto a La Stampa, anche Repubblica online e cartacea dimostrano di essere due realtà separate. Nonostante l'edizione internettiana del quotidiano sia caduta nel pesce d'aprile su Lo Hobbit in 4D per poi fare marcia indietro, nessuno sembra averlo detto a Ernesto Assante, che in un articolo sull'home video 3D, chiude così (praticamente copiando la stessa idea di Soria sulla Stampa):
E poi la nuova frontiera sarà quella del 4D, che oltre agli effetti tridimensionali garantisce anche la percezione del movimento, del tatto e degli odori, tecnica che verrà sperimentata da Benicio Del Toro nel suo nuovo film, The Hobbit, le cui riprese inizieranno a luglio: "Quando il mio film uscirà il 3D sembrerà preistoria", dice il regista.
Ciliegina sulla torta, quindi, a dirigere lo Hobbit 4 D sarà sì Del Toro, non Guillermo ma Benicio! (in versione licantropo?). A questo punto, mi aspetto che, durante una conferenza stampa con Del Toro, Jackson e/o degli attori del film, qualcuno vorrà ricoprirsi di gloria chiedendo perché è stato abbandonato il 4D. Spero proprio di non mancare a un evento del genere...
Sempre Ernesto Assante (che oggi potremmo considerare il nostro vincitore di 'tappa') si beve come se nulla fosse questa fantasia insensata di Don Bluth: "Le statistiche dimostrano che oggi meno del 7% del cinema americano è fatto di animazione, ma questi film generano il 65% degli incassi annuali". Probabilmente, sono numeri forniti dal contabile della Goldman Sachs (e sotto acido), visto che sono assolutamente infondati...
La coerenza prima di tutto...
La Tornabuoni ripete anche sull'Espresso quello che aveva detto su La Stampa (a proposito, è da chiedersi come i mass media che si lamentano di Google poi paghino per pezzi quasi fotocopia) la bufala "Green Zone di Paul Greengrass ha dovuto aspettare per circa tre anni prima di venir distribuito e visto".
Sempre sul Venerdì, Irene Bignardi, dopo aver fatto il solito pistolotto polemico sui giovani che non vedono i film di Kurosawa e i giornalisti che hanno dimenticato l'anniversario dei 100 anni dalla sua nascita, dice "la Mondo Home Entertainment sta pubblicando alcuni suoi film mai usciti in Italia, tra cui Lo spirito più elevato (1944), Una meravigliosa domenica (1947), I bassifondi (1957) e I cattivi dormono in pace (1960), di cui non posso dire niente perché non ho ancora avuto la fortuna di vederli". A questo punto, pretendo un editoriale di Michele Serra sui critici che predicano bene e razzolano male...
Giuro di dire tutto, proprio tutto...
Nella sua recensione di Oltre le regole - The Messenger, Paolo Mereghetti, sul Corriere della Sera del 15 aprile, non trova di meglio da fare che raccontarci qual è lo shock che ha vissuto il soldato protagonista della storia, che nel film viene svelato alla fine. Per carità, non siamo di fronte a uno spoiler enorme e a 'sorpresa', ma non si poteva proprio consentire allo spettatore di scoprirlo al cinema? Sempre a proposito di questo film, Paolo D'Agostini su Repubblica praticamente racconta tutta la storia, scena per scena. In sostanza, una sinossi completa. Mezzo spoiler per Piera De Tassis su Panorama, che parlando di From Paris with Love fa capire chiaramente il destino di un personaggio.
Il cinema in un sasso
Davide Casati il 15 aprile su City intervista Tonino Guerra, che oltre a essere 'fondamentale' per capire le dinamiche del cinema italiano moderno (alla domanda se vede un erede di Fellini all'orizzonte, risponde "Non saprei, sono lontano da quel mondo. Non vado al cinema, ho 90 anni e un po' di giorni... sto in montagna e vado al cinema raramente"), ci spiega il suo ruolo ("Io sono un poeta. Perché anche quando disegno, in realtà, faccio dei racconti. Anche quando faccio fontane faccio dei racconti. Cerco che tutto sia poesia, che tutto sia parola") e il mondo ("i complimenti sono cose che ti accarezzano i viso, ma anche la mente, e i pensieri"). Infine, oltre a ricordarci uno slogan storico ("l'ottimismo è il profumo della vita", sono soddisfazioni essere ricordati per questo), afferma di essere un comunista zen. Cos'è? "Un comunismo che contiene dentro anche San Francesco, misterioso e poetico. Contiene momenti anche giapponesi: alle volte io sto pensando di poter capire che cosa c'è dentro un sasso". E poi ti stupisci che vinca la Lega...
Chateau d'Yquem 1989
Grazie a una segnalazione del lettore 'Bill Carson', abbiamo recuperato la recensione di S. Valentino di sangue di Lietta Tornabuoni sulla Stampa e abbiamo deciso di aprire una sottorubrica con le perle d'annata. Ovviamente, si tratta solo e soltanto del remake de Il giorno di San Valentino del 1981, che non ha nulla a che fare con il tragico episodio di malavita avvenuto a Chicago, ma la Tornabuoni non vuole correre rischi:
Rifacimento de Il massacro del giorno di San Valentino di Roger Corman, 1967, con il famoso episodio criminale: il 14 febbraio 1929 in un garage di Chicago sette uomini della banda di Bugs Malone vennero uccisi da quattro sicari vestiti da poliziotti; il mandante era Al Capone. Oppure rifacimento splatter de Il giorno di San Valentino, 1981, oppure di tutte e due i film: comunque, non mal fatto.
Di fronte a tutto questo (compreso chi pubblica un pezzo del genere senza problemi), l'unico termine che possiamo utilizzare è: commovente...
Vi ricordo che, per segnalarci articoli interessanti, potete scrivere su questo Discutiamone nel Forum Cinema