Sex and the City 2 e la trama inventata
Esce il sequel con le quattro amiche di New York e per festeggiare la nostra stampa si inventa un'altra pellicola. Inoltre, i soliti spoiler, esaltazioni imbarazzanti e Pattinson (ancora!) come Kurt Cobain nel nuovo Quinto potere...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Per celebrare l'uscita di Sex and the City 2, Libero in teoria fa una cosa intelligente, ossia parlare del film prima degli altri (mercoledì mattina), sfruttando un doppio parere maschile e femminile (in realtà, anche quello femminile è ultrascettico, alla faccia del confronto). Ti dici, hanno visto la pellicola un po' in anticipo (anche solo nel pomeriggio invece che alla sera come noi comuni mortali) e così la commentano per bene. No, il fatto è che non l'hanno proprio visto e se ne escono con trame inventate. Alessandra Menzani dice:
Mentre Giorgio Carbone sostiene che:e poi l’insopportabile Penelope Cruz guest star con l’unica missione di infilarsi nel letto di Mr.Big. Scontatissima, quindi, la “resurrezione” dell’ex di Carrie, il falegname Aidan (abbiamo sempre tifato per lui, l’uomo-divano). Il cerchio si dovrebbe chiudere: era scomparso dai protagonisti perché lei l’aveva tradito con Big, riappare per restituirgli il favore, ora che lui è il marito della fedifraga.
Ma poi è arrivato il crack (o quasi crack) di Wall Street nell’autunno del 2008. Da ricco da far schifo, Big da un giorno all’altro è diventato uno schifo tout court, un disoccupato costretto a farsi mantenere dalla mogliettina. Morale, è costretto a trasferirsi a Londra per un lavoro modesto, lontano da Carrie. Ma il proprio “big” lui deve tenerlocomunque in attività e si mette con una bella del posto. È la fine della love story più amata dalle teledipendenti di fine secolo? Ma no, non mancherenno i sequel per riprenderla.
Anche fosse stato girato il flirt con Penelope Cruz (ma ne dubito, nel corso della storia non avrebbe senso) è finito sul pavimento della sala di montaggio. E per il resto si lavora molto di fantasia, soprattutto nel Big che sarebbe disoccupato (ma allora l'autista come lo paga?). Complimenti...
Sul Riformista, Fabrizio Goria, parlando del personaggio di Miranda, dice:
Nulla di nuovo sul fronte lavorativo, nulla di nuovo in generale.
Nulla di nuovo sul fronte lavorativo? Proprio sicuro?
Su Vanity Fair, Laura Fiengo sostiene che Carey Mulligan sia data per sicura come nuova Lisbeth Salander nella versione di David Fincher. Se lo dice lei...
Avendo espletato la pratica sull'attualità più urgente, possamo tornare un po' indietro nel tempo con alcune segnalazioni che fino ad adesso non abbiamo potuto proporvi per problemi tecnici, compresi un po' di spoiler da Cannes.
Roberto Silvestri fa capire due punti importanti della trama di Biutiful, di cui uno che dovrebbe essere un mistero (a meno che non sia paranoico io). Sempre a proposito del film di Inarritu, la Caprara dice quando inizia e finisce la storia. Non è detto che sia uno spoiler vero e proprio, ma a pensar male con certi giornalisti ci si azzecca spesso. Anche perché, nell'articolo su Stephen Frears, che sembrava privo di rivelazioni, all'ultimo momento la nostra eroina ci rivela la scena clou (parole sue e probabilmente, da quello che ho letto, è vero) del film. Ci inchiniamo rispettosi...
Ovviamente, non mancano le zampate della nostra tigre spoilerosa preferita, ossia Natalia Aspesi, che solo nell'introduzione del suo pezzo (poi ovviamente continua anche dopo, tranquilli) del 18 maggio ci rivela morti, misteri e sorprese dei film di Inarritu e Frears. E solo lei potrebbe scrivere una parentesi rosa come "un autore messicano di gran bell'aspetto come Alejandro González Iñárritu". Che talento ragazzi! Ottant'anni, ma non li dimostra per nulla...
Il film di Kiarostami sostanzialmente lo rivelano tutti, ma Giorgio Carbone su Libero per distinguersi ci rivela direttamente l'ultima (enigmatica) scena. E già che c'è, nello stesso articolo e parlando del film Degli dei e degli uomini, fa capire che ogni cosa può venir deformata per motivi politici:
La storia parte da un fatto vero, il massacro compiuto nel 1990 di una mezza dozzina di fraticelli in Marocco da parte di una banda di terroristi islamici.
Peccato che ci sia il fondato sospetto, ipotesi a cui crede anche il regista, che sia stato l'esercito algerino a compiere il massacro. Ma vuoi mettere quanto si arrapano a Libero all'idea di terroristi islamici uccisori di frati cattolici?
E visto che abbiamo criticato spesso Carbone per come ha preso di mira (anche con accuse di flop completamente toppate) Draquila, è interessante vedere l'altra parte della barricata, con un articolo di Alessandra Mammì che probabilmente anche i parenti della Guzzanti sarebbero imbarazzati a scrivere. Sostituite la parola Guzzanti con Berlusconi, la firma del pezzo da Mammì a Bondi e chiedetevi cosa avrebbe commentato Michele Serra in una situazione di quel tipo...
Manifesto e Repubblica, nello stesso giorno in cui il web italiano smentisce Argento e Dracula 3D, ne parlano ancora come di una sicurezza. Poi magari hanno anche il coraggio di dire che il buon giornalismo è solo sulla carta stampata...
A proposito del regista di Suspiria e Profondo rosso, sabato 15 maggio, in un pezzo di Roberto Nepoti su Repubblica, il titolo è "Zampaglione il nuovo Dario Argento?", tesi ribadita anche nell'articolo. Uscendo in contemporanea con i primi, disastrosi dati al botteghino del film, l'effetto è straniante.
Infine, Il Secolo d'Italia ci regala un classico delle notizie da quotidiani: un pezzo sbagliato E in ritardo. Lo fa con un articolo sulla biografia di Cobain, il cantante dei Nirvana che dovrebbe essere interpretato da Robert Pattinson. Non sappiamo se ridere o piangere...
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