Un film intrigante
8 persone chiuse in una stanza sono disposte a tutto per ottenere un impiego. Uno dei film più curiosi di questa stagione arriva dall'Inghilterra e si chiama...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
... Exam. I film su ambienti chiusi hanno fornito alcune delle pellicole più famose della storia del cinema. Pensiamo agli hitchcockiani Nodo alla gola e La finestra sul cortile, così com a La parola ai giurati e L'angelo sterminatore. Exam non è certo un prodotto che può sfidare i titoli citati, ma è un lavoro decisamente interessante e che sarebbe stato bello veder realizzato in Italia.Di sicuro, non è un problema di costi, considerando che girare un intero film in un unico ambiente non porta a budget da Transformers. Ed è bello che il tanto odiato genere italiota due camere e cucina qui viene 'sorpassato' da un'idea decisamente più estrema e minimalista (ma solo in apparenza). In realtà, la vera difficoltà, come sempre, è quella di creare una storia e dei personaggi intriganti e in questo Exam viene promosso fin dai primi minuti. Basta vedere come ci vengono mostrati questi personaggi, per cui basta una macchia di sangue su una manica per suscitare un fortissimo interesse.
Così, in tempi rapidi, scopriamo qual è lo scopo di questi protagonisti e anche cosa avviene invece nel mondo esterno. In questo modo, quella che avrebbe potuto essere una semplice metafora del mondo del lavoro (non oso pensare le banalità che avremmo avuto se a occuparsene fosse stato qualche regista 'impegnato' italiano), diventa un piccolo gioco al massacro in cui è veramente difficile capire cosa avverrà in seguito.Merito ovviamente del regista esordiente Stuart Hazeldine, che dà prima vita a una presentazione elegantissima all'ingresso dei personaggi nella sala del test e poi trova tante idee intelligenti per mantenere sempre viva la tensione. Il tutto con un bel cinismo di fondo, in cui i ruoli carnefice-vittima si ribaltano in continuazione, mentre lo spettatore deve fare attenzione a ogni piccolo elemento se vuole svelare il mistero.
Certo, non tutto funziona così bene. L'utilizzo dei nomignoli sembra un'idea banalmente cool, che ripete per l'ennesima volta l'esempio de Le Iene. E a tratti la pellicola è gelida e troppo compiaciuta della propria intelligenza, senza riuscire a essere appassionante come dovrebbe. Peraltro, il finale è probabilmente poco in linea con il resto del film.
Ma con tutte le perplessità che si possono avere, è difficile pensare a un prodotto del genere fatto qui in Italia. D'altronde, anche trovare 7-8 attori così bravi ed efficaci non sarebbe un'operazione semplice. Per fortuna che ci sono gli inglesi...
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