Death or Glory è la nuova serie Image di Rick Remender e Bengal. In soldoni, la trama: Glory è una giovane, di mestiere fa la camionista. Non fa altro che viaggiare in giro per il mondo, senza regole, senza tasse da pagare, senza legami di nessun tipo e senza responsabilità che non siano verso se stessa. Finché il padre non è vittima di un male, curabile solo tramite una costosissima operazione. Niente assicurazione, niente assistenza medica, Glory si trova investita improvvisamente di una responsabilità enorme verso una persona che ama e decide di lavorare per il mondo criminale in cui vive per trovare i soldi necessari, spinta dalla necessità e dalla disperazione. Ma ben presto le cose andranno storte, e Glory dovrà lottare per ottenere quel che vuole.

Ecco a voi le dichiarazioni dello sceneggiatore rilasciate a Comic Book Resources.

 

Death or Glory #1, copertina di Bengal

C’è un’anima di country classico in questo fumetto. Un po’ Trincea d’Asfalto, un po’ Leon, un po’ Thelma e Louise. Il che mi ha trascinato in una sorta di tana del Bianconiglio mentre cercavo di dire quel che mi interessava sulla mitologia delle highway americane e sull’ultima razza veramente libera dell’umanità: i camionisti.

Metteteci Bengal che disegna automobili e siete serviti. Questa storia è un misto di tutto questo, con Glory al centro, un personaggio giovane, onesto, una ragazza cresciuta come uno spirito libero e con una sua integrità da vagabonda, lontana da ogni gabbia e libera dalla moderna burocrazia. Glory sarà costretta a confrontarsi con il mondo che le hanno sempre insegnato a evitare.

Cinquemila miglia, quattro colpi, tra giorni, due psicopatici e una donna che ne ha abbastanza. Ecco i protagonisti. La storia è molto terra terra. Vedremo Glory far innervosire un sacco di criminali della mala organizzata e diverse personalità quantomeno bizzarre che si metteranno sulle sue tracce. Inoltre, affronteremo l’argomento della morte dell’industria del trasporto su gomma, che le automobili con guida automatica renderanno obsoleto, gli effetti che avranno sulla famiglia e gli amici dei camionisti. Umana resistenza contro l’automazione che si porta via il lavoro.

 

Un personaggio e una trama che, Remender ammette, romanticizzano l’idea stessa della vita da camionista, inserito in una sorta di fratellanza di spiriti liberi che vagano per l’America e che oggi vedono un fosco destino all’orizzonte. L’idea è quella di una libertà assoluta, lontana dalla società moderna, che erode l’umanità e ti schiavizza tramite la dipendenza dalla finanza, dalle banche. Meglio una vita precaria, meglio passare di incarico in incarico, giorno per giorno.

 

Death or Glory #1, variant cover di Duncan Fegredo

La ditta di trasporti del padre di Glory dà da mangiare a diverse persone, senza arricchirlo. Non vogliono una villa enorme, non sono attratti dalla ricchezza. Non vogliono carte di credito né azioni, non vogliono conti in banca. Questa è una società basata sul contante, del tutto distante dalle questioni che ci legano tutti quanti e che ci condizionano. Per loro, la vita è un’esistenza nomade, quella che gli esseri umani hanno condotto per decine di migliaia di anni, prima della nascita delle civilizzazioni che, pian piano, hanno dato vita al modello sociale odierno: una servitù quasi totale nei confronti delle grandi multinazionali che ci controllano tramite il debito e l’invenzione di bisogni fittizi.

Ovviamente, la loro libertà ha delle controindicazioni: niente pensione, niente assicurazione medica, una vita alla mercé dello stomaco e delle necessità primarie. Quando il padre di Glory ha bisogno di un trapianto di fegato, la famiglia non ha mezzi sufficienti. La diagnosi è tardiva, quindi il bisogno è pressante. Glory deve agire in fretta o perderà suo padre. La burocrazia è una strada impraticabile, perché entrambi sono quasi fantasmi per la società, non esistono. Glory decide quindi di accettare dei rischi terribili.

Glory non è l’eroina dei film di Resident Evil, katana in pugno e mosse da ninja. Non è che una camionista, un meccanico e una pilota incredibile di auto da corsa. Nata e cresciuta tra i motori e venuta su a Yuma, Arizona. Non ha mai sparato, mai avuto una pistola in mano, mai dato un cazzotto. Tanti eroi delle storie d’azione di oggi sono talmente abituati a essa, talmente competenti, che trovarsi in mezzo al pericolo quasi non li tocca. Non Glory, che è una ragazza normale che vive situazioni straordinarie e non ha mai visto nulla di simile. Non è una persona violenta e ha vissuto un’esistenza da pacifista, ama stare all’aperto, le moto e le auto. Non è minimamente preparata a quel che l’aspetta.

 

Remender è ormai un esperto di scene di inseguimento, viste in Tokyo Ghost, altra sua serie indipendente. Lo sceneggiatore sostiene che ogni genere di azione possa essere raccontata in maniera appassionante tramite il mezzo del Fumetto, soprattutto se si ha l’artista giusto a disposizione.

 

Bengal adora disegnare le auto. Quando mi sono incontrato con lui e Sean Murphy, un paio d’anni fa, parlarono di quanto amassero realizzare auto da corsa. Ecco perché sono perfettamente qualificati per storie come Tokyo Ghost e Death or Glory. Non a tutti piace disegnare questo genere di cose.

Se guardate le immagini in anteprima di questa serie, vedete quanto Bengal si spenda in dettagli nel ritrarre i negozi dei meccanici e i garage. Death or Glory #1 ospita una grande scena di inseguimento. Se non vi piace questo genere di cose, probabilmente non vi impressionerà, ma quel che Bengal è riuscito a realizzare è un’esperienza di sapore davvero cinematografico.

 

Tra i personaggi fondamentali della storia, l’ex marito di Glory, che un tempo ha cercato di sfruttare la compagnia di trasporti per ragioni illegali, che è il contatto dell’eroina con il mondo criminale. Lui ha deciso di lasciare la vita da camionista, attratto dalle chimere del successo e della ricchezza, e ha tentato di macchiare la purezza delle vite di Glory e suo padre. Diversi assassini, a caccia della taglia sulla testa di Glory faranno la loro comparsa, così come uno sceriffo corrotto e tanti criminali di bassa lega.

 

La serie ha decisamente il sapore di tanti film d’azione on the road degli anni Settanta. Ho già progettato dodici numeri, che vedono in mostra un sacco di idee visive interessanti, e Bengal sta davvero dando vita al miglior lavoro della sua vita. Impossibile dire quanto sarà lunga la storia, dopo questi primi dodici albi. Sto davvero mettendo tutto me stesso nella scrittura di questa serie, ma mi sembra quasi che non importi: fintanto che Bengal disegnerà come sta facendo, ogni numero varrà il prezzo sulla copertina.

 

 

 

Fonte: Comic Book Resources