Leo Ortolani si incontra con il pubblico di Lucca Comics & Games per tornare a parlare di Cinzia, la graphic novel BAO Publishing che racconta le avventure della transessuale platinata innamorata di Rat-Man, svincolate dal contesto narrativo in cui il personaggio ha visto i suoi natali.

Ecco cos’ha raccontato l’autore parmense al pubblico che ha riempito l’auditorium Robinson, nella chiesa di San Giovanni:

 

Cinzia, copertina di Leo Ortolani

Per chi non conoscesse Cinzia, sappiate che è una donna, con trenta centimetri in più. Sarebbe definita transessuale, definizione che lascerei un attimo da parte. Comparsa nella serie di Rat-Man per vent’anni come spalla comica, è nata insieme a lui, come gag di bassa lega. Cinzia era il postino coinvolto nella nascita del super eroe, che scoprì la sua identità sessuale dopo un bacio di ringraziamento di Rat-Man. In vent’anni di storie è cresciuta Cinzia e sono cresciuto anch’io. Nella serie è stata una spalla comica, ma non sempre.

Cinzia è la rappresentazione di una donna innamorata che non ha nessuna speranza di coronare il suo amore. A tanti di noi sarà capitato di non riuscire assolutamente a ottenere, nonostante l’impegno, qualcosa a cui tenevamo molto. Ecco la metafora di questo personaggio: non poter arrivare all’obiettivo a causa di difficoltà insite nella propria natura. Da qui l’idea di farla diventare protagonista di una storia sua, assolutamente slegata da tutto quel che avete letto prima. Unica concessione, la sua amica Tamara che diventa, nella graphic novel, la sua spalla comica.

Quella del volume è una storia d’amore piuttosto banale, in fin dei conti. Solo che anche vivere la banalità non è così semplice per una persona che non ha ancora compiuto il percorso di trasformazione, proprio come Cinzia. Nel mondo reale, lo stato italiano impone che la trasformazione sia completa anche solo per concedere il diritto di cambiare il proprio nome in uno dell’altro sesso. Si tratta di un’imposizione assurda a chi, magari, vive la sessualità restando in una condizione anatomica intermedia. L’obbligo crea problemi anche solo a chi cerca lavoro, a livello di documentazione, per tante questioni pratiche. Nella storia ho cercato di mantenere la leggerezza della serie televisiva Will & Grace, che per me è un capolavoro di scrittura.

 

Una delle grandi felicità di Leo è un segno di riconoscimento da parte di un pezzo della comunità LGBTQ+. Una libreria di settore bolognese, infatti, lo ha invitato per raccontare il libro al suo pubblico, dopo un vaglio del contenuto. Un segno del fatto che, pur non avendo particolarmente ceduto al politically correct, che Ortolani mal digerisce da sempre, dovrebbe aver trovato la chiave per parlare con ironia, ma anche con rispetto, di un tema come l’identità di genere.

 

Quando io parlo di Cinzia, molti lettori pensano alla lunghezza del membro, mentre io penso alla sua gioia di vivere. Nonostante abbia sempre tutto contro, riesce sempre a cavarsela. Un po’ come un Rambo della transessualità. Un Trans-Rambo. Mi sono divertito a mettere in discussione i recinti che ci costruiamo sempre attorno, per dividerci tra di noi. Alcuni li capisco anche, servono a difendere le proprie ragioni e a riconoscersi, ma verrà il momento in cui dovranno cadere, prima o poi. Si tratta di un argomento che mi premeva molto trattare, anche perché son molto ingenuo. Non me n’è mai fregato nulla, in senso buono, di come uno viva la propria sessualità. Non mi sono mai rapportato agli altri pensando a quello. Io sono un fan di Star Trek, quindi il mio sogno è che nasca la Starfleet. Via le divisioni tra i popoli dell’universo. Più i recinti van giù e più andiamo verso Starfleet e più ho chance di salire sull’Enterprise.

Io il politically correct non lo sopporto. Si tratta di un’ipocrisia dietro cui ci nascondiamo per non offendere nessuno, ma in realtà è un modo per distogliere l’attenzione dalle cose pratiche, dalla materia, dalla verità. Bisogna dire le cose come stanno, come dice la Bibbia. Tutto il resto è del diavolo.

Il progetto di Cinzia è iniziato con una battuta tra me e Licia Troisi, che mi diceva che le sarebbe piaciuta una graphic novel dedicata interamente al personaggio. Io non voglio mai sentire parlare di proposte, di lavori da fare, di idee sui personaggi perché poi inizio a pensarci. Le idee germogliano sempre nella mia mente di autore, mettono radici.

Ho pensato a lungo a questa storia, prima di scriverla. Infatti, quando mi sono messo a tutti gli effetti al lavoro, è venuta quasi da sé. L’ho scritta di getto, in tempi brevissimo. E poi, dopo aver finito, quattro giorni di ansia. Continuavo a pensare che forse avevo sbagliato la chiave, lo stile. Perché, nell’ottica di una parte molto consistente del pubblico, Cinzia è la sagra della battuta crassa. Mi è venuto il dubbio che i miei lettori non avrebbero recepito il libro.

Poi sono successe due cose che mi han sbloccato. In montagna, dove mi rifugio spesso io, c’è un mio amico poeta. Tra me e lui c’è questo gioco di trovarci in questo paese a mille metri di quota e bearci di essere gli unici a parlare di questioni che non siano di montagna, che non siano la raccolta dei funghi o i furti di galline delle volpi. Lui mi ha detto che forse scrivere Cinzia era stato un piccolo atto di coraggio e che, in realtà, era stato un modo di andare a cercare altri e nuovi lettori, di uscire dal mio recinto.

L’altro fatto è che, su Instagram, una ragazza che mi segue aveva un nick un po’ particolare. L’ho notato proprio in quei giorni di ansia. Vado a vedere le foto e trovo le immagini di una ragazza normalissima, con il suo uomo. Fino a che non ne incontro una sotto cui parla di pomo d’Adamo. In un’altra, la trovo vestita esattamente come io avevo vestito Cinzia. E lì ho capito che forse avevo raccontato davvero una storia vera. Caso vuole che tutto questo sia successo proprio nei giorni giusti. Un segno del destino.

 

In chiusura, Leo Ortolani ha parlato dei suoi prossimi progetti, su cui sta lavorando dacché ha chiuso i conti con Cinzia. Si tratta di una storia per Comics & Science dedicata all’Università Normale, di circa trenta pagine e di una parodia, breve e inedita, per le ristampe di Rat-Man Gigante. Il resto è progettazione dei due nuovi volumi che ha concordato in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, a seguito del successo di C’è spazio per tutti. In questi mesi ha avuto modo di incontrare l’astronauta Luca Parmitano per parlare del primo, che non parlerà più della stazione spaziale, bensì della Luna.