Non c’è dubbio che uno dei fumetti italiani sulla cresta dell’onda al momento sia il primo volume di Sweet Paprika, realizzato da Mirka Andolfo per Star Comics. Ma la commedia romantica e sexy della bella diavoletta e del prestante angelo Dill hanno già oltrepassato i confini nazionali, conquistandosi la ventura realizzazione di una serie animata e la pubblicazione in molte nazioni estere. Su tutti gli Stati Uniti, che proprio in questi giorni vedono l’arrivo di Sweet Paprika in un’edizione tutta a colori pubblicata sotto le insegne di Image Comics.

È l’occasione per la talentuosa Mirka di presentare la sua opera al pubblico americano e di parlare dei temi principali della serie:

 

FCBDI: Sweet Paprika, copertina

Andolfo – Come ogni mio progetto, Sweet Paprika è nato proprio sotto forma di “alcuni sketch che ho fatto per divertirmi” e ha ricevuto molta attenzione da parte dei miei contatti sui social media. A poco a poco ho iniziato a lavorarci, creando i personaggi e l’universo.

Mentre ero agli inizi del fumetto, Alessandro Regaldo di Grey Ladder e Davide Caci di Arancia (lo studio dove lavoro) mi hanno proposto di lavorare a un progetto animato basato su questo universo e questi personaggi. Abbiamo avuto subito potuto contare sull’entusiasmo e sul sostegno del vincitore dell’Emmy Award 2019 Gabriele Pennacchioli, a cui si è aggiunto poi Erik Barmack (ex VP Netflix International Originals): ora siamo in fase di sviluppo.

Poi è uscito il fumetto (che arriverà in molti paesi, in Europa e nel resto del mondo). Rispetto agli altri miei progetti, Sweet Paprika sembra nascere “già in molte forme”, sono in arrivo molte altre cose (per esempio, in Italia, la Baladin, una famosa azienda che produce birre e bibite, ha prodotto un’acqua tonica al gusto di paprika!). Se devo dire come mi sento, in tutta onestà, mi sento fortunata e onorata per avere ricevuto tutta questa attenzione.

Sweet Paprika #1, anteprima 01

Naturalmente il fumetto e la serie animata sono due progetti differenti, basati sugli stessi personaggi e sullo stesso universo, ma con caratteristiche diverse. Nel caso del fumetto, essenzialmente, devo discuterne con solo un paio di persone (il mio supervisore e i miei editori), mentre una serie animata è un progetto corale. E penso che sia entusiasmante scoprire la visione di altre persone su qualcosa che ho creato io.

Inoltre, i tempi sono molto diversi per le due produzioni. Con l’animazione siamo al momento nella fase di sviluppo: probabilmente vedremo qualcosa quando avrò già completato i volumi…

Non esiste una formula precisa per combinare umorismo e storia. Cerco di trovare un buon equilibrio tra tutti gli elementi, ma sono una persona molto indecisa. Ne parlo molto spesso con il mio supervisore (Cristian Posocco), i miei colleghi allo studio (il mio amico Luca Blengino e Davide, di cui parlavo prima), e ho sempre dei dubbi… In generale, tengo ben presente il mio mantra riguardo ai fumetti su cui lavoro: il mio obiettivo principale è divertirmi e spero che anche i lettori si divertano. Questo significa che cerco sempre di produrre un buon fumetto, che sappia intrattenere e divertire il lettore. Troppe gag e situazioni comiche finirebbero per sbilanciare la storia, e lo stesso accadrebbe se al contrario se non ci fossero abbastanza momenti leggeri.

Sweet Paprika #1, anteprima 02

So che probabilmente non dovrei dirlo, ma per me i temi di una storia vengono sempre “dopo”. Quando ho iniziato a lavorare a Sweet Paprika, i temi non erano esattamente quelli che sono ora. Successivamente, i personaggi e la loro evoluzione “naturale” mi hanno portato al risultato finale. La positività sessuale è un tema importante, naturalmente. Poi direi che ci sono il tema del contrasto (che è ricorrente nelle mie serie), e alcuni problemi legati alla nostra società contemporanea, soprattutto la percezione del “successo” e la grande difficoltà nel conciliare vita e lavoro . E, ultimo ma non meno importante, l’importanza dell’autocoscienza.

Cerco di trovare sempre un approccio nuovo per ogni mio progetto. Devo dire che mi annoio molto facilmente (ecco perché tutte le mie serie sono “limitate”) e amo sperimentare. Quindi, ogni mio progetto di solito è molto diverso, sia nei temi che nelle illustrazioni, da quello precedente.

Sweet Paprika, copertina variant di Artgerm

Con Sweet Paprika in particolare ho voluto saldare il mio debito con i manga giapponesi. Sia chiaro: non sto dicendo che Sweet Paprika sia un manga, perché non lo è. Ma se è vero che il mio stile artistico è molto influenzato dai manga giapponesi in generale, in Sweet Paprika questo aspetto è molto accentuato, soprattutto nelle espressioni facciali e in alcune pose esagerate. E mi sto divertendo moltissimo.

Se i lettori dovessero trarre un messaggio da Sweet Paprika, direi che parliamo soprattutto dell’importanza di essere se stessi, di dare il giusto peso ad ogni componente della propria vita e di prendersi cura di se stessi. E anche dell’importanza di pensare con la propria testa, riuscendo a uscire dagli schemi che ci vengono imposti, sia dalla famiglia che dalla società, e di non temere il giudizio degli altri.

 

Sweet Paprika, copertina di Mirka Andolfo

 

 

Fonte: AIPT