Bad Movie - Gunman, di Pierre Morel

Il Bad Movie della settimana è l'action Gunman diretto da Pierre Morel con protagonista un muscoloso e ridicolo Sean Penn. Difficile che sarà un franchise

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Egopudding
Il film batte bandiera inglese, francese e spagnola nonostante tra le società produttrici compaia anche la mitica Silver Pictures di Commando (1985), Predator (1987), Trappola di Cristallo (1988) e The Matrix (1999). Avete capito: c'è Joel Silver coinvolto. Eppure non ci sono gli Stati Uniti tra le nazionalità. Questa dislocazione produttiva europea ne fa già un europudding (coproduzione senza nerbo con look anglosassone ma identità da vecchio continente) un po' come Il padre (2014) di Fatih Akin (prodotto da Germania/Francia/Polonia/Italia/Canada/Turchia). Ma mentre nel non riuscito ma almeno volenteroso dramma bellico di Akin abbiamo assistito al tentativo di un genio della recitazione come Tahar Rahim di provare a vivere una grande avventura personale e allo stesso tempo rappresentativa del popolo armeno, qui ci troviamo di fronte al vero e proprio delirio di onnipotenza e ipocrisia cinematografica di una star del calibro di Sean Penn. Il primo vero ruolo action di un vincitore di due premi Oscar come Attore Protagonista (Mystic River e Milk), regista di cinque pellicole (l'ultimo The Last Face dovrebbe uscire quest'anno) e presidente di Giuria del Festival di Cannes (2008: è in quell'edizione che vede e premia Il Divo di Sorrentino), si è trasformato in un'infinita successione di scelte sbagliate legate all'ego e alla vergogna di aderire alla filosofia action su grande schermo. E come se Penn provasse imbarazzo a recitare in un action movie. Ed è come se Penn avesse deciso di tenere in ostaggio l'intera produzione con una serie di decisioni narcisistiche ed egoriferite che nemmeno Richard Burton in Cleopatra (1963), Bruce Willis in Hudson Hawk (1991) o Ben Affleck e Jennifer Lopez in Gigli (2003) hanno mai preso (abbiamo citato altri progetti minacciati e a volte affossati dalle bizze delle loro star protagoniste). Chiunque ha mai sospettato che Sean Penn sia sì un grande attore ma anche uno snob (d'altronde, non si augura certo un cancro ai testicoli a Michael Bay se sei un patito del popcorn movie), purtroppo trova in Gunman conferma a tutti i suoi sospetti più agghiaccianti. Ci sembra proprio di vedere il suo agente discutere a queste riunioni produttive di Gunman a proposito del fatto che: 1) il personaggio di Penn (Jimmy Terrier) debba risultare il contractor più bonaccione e dolce del mondo per non intaccare l'immagine di star hollywoodiana caritatevole e amica dell'Africa (nel prologo iniziale in Congo ambientato nel 2006 Jimmy sembra lavorare solo ed esclusivamente come guardia del corpo di una Ong) 2) il regista Pierre Morel gli inquadri costantemente un corpo eccessivamente gonfiato dagli esercizi fisici (non abbiamo mai visto Penn così pompato) con un effetto assolutamente comico (la scena con la tavola da surf è esilarante) 3) ci sia nel film una forte storia d'amore con un'attrice di 20 anni più giovane di lui scelta proprio da lui (gli era piaciuto tanto Miele di Valeria Golino) 4) il contractor Jimmy Terrier sia tormentato da una sorta di tumore & alzheimer insieme che lo fa agonizzare per tutta la pellicola (ma alla fine, magia delle magie, il morbo scompare; perché?) 5) si allunghi, eccessivamente per un action, la durata di questa avventura cinematografica (115 interminabili minuti; il primo Io vi troverò con Neeson terminava al 93esimo) per giustificare scontri per niente epocali o nuovi dal punto di vista coreografico tra un Jimmy sempre più buono e malato vs. tantissimi cattivoni che però muoiono come mosche.


Italian Job

Fa sempre un po' di tristezza vedere importanti attori italiani fare la parte dei maggiordomi nelle coproduzioni internazionali. Magari sono quegli stessi attori che nei dibattiti o quando ritirano i premi pontificano su Hollywood con un'aria di leggera superiorità intellettuale. Poi te li ritrovi a porgere tutti contenti delle chiavi d'albergo a Daniel Day-Lewis felici come una pasqua di avere una posa, magari pure con battuta ("Prego, ecco la sua chiave"), in un kolossal d'oltreoceano. Il massimo del minimo si raggiunse con Nine (2009) dove tu vedevi Elio Germano e Valerio Mastandrea fare da servitori (ma ne avevano così bisogno in quel momento già così bello e solido della loro carriera?) così come Christian De Sica con Johnny Depp (ma con più classe e presenza) in The Tourist (2010). Il migliore per ora resta Pierfrancesco Favino, un po' troppo grasso ma almeno coriaceo con Brad Pitt in World War Z (2013; dopo essere stato già solido in Rush e Demoni e Dei). Nel caso di Gunman, assistiamo purtroppo a una Jasmin Trinca dalle parti della Violante Placido di The American (2010). Anzi... nettamente peggio.  La Trinca, voluta con decisione da Penn, è il mero interesse sentimentale della pellicola (il suo vezzo è mettersi la camicia di Penn dopo averci fatto l'amore; una cosa che vedevamo tanto negli anni '80). Insulso il suo personaggio di donnetta sballottata tra i due ex amici divisi dalla femmina alla C'era una volta in America. La sua Annie è incapace di vivere senza che un uomo la mantenga (guardatela come è contenta a fare la bella vita a Barcellona con Bardem) e quindi è pronta a passare in un battibaleno dal buonissimo Sean Penn-Jimmy Terrier con baffetto triste alla Giacomo Poretti con addosso gunman_banner-seanimprobabili camicie hawaiane di inizio film allo spregevole-lontano-un-miglio Javier Bardem in canonica crisi da overacting (i suoi duetti con il serioso Penn lo vedono sempre fare il clown). Ma quello che irrita di più del personaggio della Trinca è il fatto che ogni volta che è in scena la sua Annie sembra sempre avere un bel caratterino. Tutto estremamente falso e ipocrita. Quello della Trinca è un personaggio scritto con molto maschilismo. La domanda è: ma questa attrice italiana, che passa per essere, e sicuramente lo è, una donna riflessiva e sagace, non si è resa minimamente conto della figura che andava a fare come geisha riottosa ma sempre leccapiedi di Sean Penn (e Javier Bardem)? Non l'ha letta la sceneggiatura? Non ha avuto l'accortezza di accorgersi di andare a fare la bambolina giovane che ogni tanto alza la voce e si arrabbia ma poi è a ricasco dei due maschietti in andropausa? Ci piacerebbe proprio domandarglielo.


Action & Star

Liam Neeson fu lanciato da questo stesso regista ai tempi di Io vi troverò (2008) come action star. Aveva cinquantasei anni. Morel/Neeson passarono alla Storia più per una telefonata che per le botte. Il regista non fu certo così banale da passare minuti e minuti a riprendere i muscoli dell'irlandese che fu Oskar Schindler. Quindi, di fatto, quello che caratterizzò il personaggio di Bryan Mills in quel freschissimo e brutale action, che avrebbe aperto un simpatico franchise, furono più performance verbali (e quindi da puro attore) che fisiche (nell'ultimo Taken 3 Neeson, sempre più gobbo, corre con il dinamismo di una lumaca pigra). E allora perché in Gunman, il bravo Pierre Morel non ha ripetuto l'espediente di porre in primis la minaccia verbale avendo per le mani un interprete, non si offendano i fan del buon Neeson, anche più bravo dell'irlandese? Ma come? Tu hai il cinquantacinquenne Sean Penn, accetti che collabori pure alla sceneggiatura (a conti fatti è stato l'errore clamoroso che ha portato seriosità, ipocrisia e autoindulgenza in tutta l'operazione) e non recuperi o rielabori quel Jimmy Markum di Mystic River? Ritorniamo un attimo a Markum: ma vi ricordate che potenza emanava? Non avevate paura di lui? Abbiamo ancora davanti agli occhi lo sguardo che lancia a Bacon alla fine del film della serie: "Amico mio poliziotto... ti consiglio di non provarci nemmeno lontanamente a rivelare che Dave l'ho fatto fuori io. Altrimenti...". Era stato in prigione Markum. Era stato un criminale duro come il marmo. Come mai Penn in quel film risultava così credibile e pericoloso mentre qui sembra un omino pittoresco che ha esagerato con gli anabolizzanti? Il sospetto è sempre quello: Penn ha completamente sottovalutato e insultato il genere action con questo suo approccio superficiale al genere. Morel ha subito che la sua star odiasse e deprimesse il genere dentro il quale il padre artistico Luc Besson lo ha fatto crescere. Così non si fa. Se ci fosse stato Besson alla produzione... avrebbe permesso a Mr. Penn un comportamento così antipatico e poco professionale? Ci piace immaginare che il vecchio leone francese avrebbe domato il retorico liberal che odia il popcorn movie.


Se anche Idris...

Potrebbe essere il nome di una rubrica. "Se anche Idris Elba non funziona". L'uomo che aveva inserito dell'interesse ANCHE in Ghost Rider - Spirito di Vendetta (2011). L'uomo che era stato più fico di Thor in Thor (2011). L'uomo che rimorchiava con carattere Charlize Theron (attuale compagna di Sean Penn) in Prometheus (2012). Quell'uomo lì, il nostro amatissimo Idris Elba, non ha salvato Gunman. E se non ci riesce Idris, è proprio finita. In posizione di grande-fratello-che-ti-spia-con-benevolenza-per-tutto-il-film, lo vedremo giocare con un accendino d'oro simile a quello di Kaiser Soze de I Soliti Sospetti (1995). Elba incontrerà e chiacchiererà con Terrier senza che dica cose molto sensate (parla in una sorta di codice per non essere esplicito). Nonostante l'accendino, la situazione non si infiamma mai. Anche Idris è stato annientato dalla presenza retorica e prevaricatrice del collega. Per non parlare di Ray Winston (l'amico buono di Jimmy), Mark Rylance (l'amico cattivo), Javier Bardem (l'amico rivale in crisi da overacting) e Jasmin Trinca (la donnina del film che però alza spesso la voce e s'arrabbia).


Conclusioni 

Il finale è fatto apposta per proporre un'idea di franchise. La malattia terribile e senza cura di Jimmy? Un lontano ricordo. L'amore? Un vicino presente. Le ferite del passato? Cancellate. Jimmy nel finale ha un sorriso da qua a qua e soprattutto non sfoggia più quelle camicie hawaiane orribili. L'idillio. Verrebbe quasi voglia di vedere un sequel per capire fino a dove potrebbe spingersi la presunzione di Penn per una seconda avventura del suo contractor con anima. Dipende dagli incassi. In Usa è stato un bagno di sangue. Ma forse potrebbe venire il mondo extra-Usa a dare una mano così come è accaduto ad altri action con star stagionate alla guida. Parliamo del piccolo 3 Days To Kill (2014) con Kevin Costner (52 milioni worldwide a fronte di 28 di budget) e del sorprendente Taken 3 con l'immarcescibile e molto-meno-presuntuoso-di-Penn Liam Neeson (325 ww rispetto ai 48 di budget).

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