Bad School - Mean Girls, di Mark Waters
Il Bad School della settimana è Mean Girls di Mark Waters, commedia liceale del 2004 scritta e interpretata da Tina Fey con Amy Poehler in una piccola parte. Fu l'apoteosi di Lindsay Lohan.
Il produttore e inventore del Saturday Night Live (1975) Lorne Michaels aveva già avuto a che fare con il cinema. Alcuni dei suoi migliori cavalli erano stati lasciati andare a briglia sciolta negli ampi pascoli del grande schermo per vedere se la popolarità televisiva poteva allargarsi a divismo cinematografico come ai tempi di Belushi, Aykroyd, Chase, Murray e Murphy. Perché farsi scippare i suoi pupilli (che a sua volta aveva scippato al team di National Lampoon) come ai tempi di Animal House e The Blues Borthers quando avrebbe potuto produrre direttamente lui il passaggio da tubo catodico a cabina di proiezione? Le cose erano andate bene con Fusi Di Testa (1991) facendo esplodere Mike Myers e anche con Tommy Boy (1995) e La Pecora Nera (1996) durante il breve periodo Chris Farley nuovo John Belushi prima della sua morte prematura per overdose proprio come John Belushi. Il passaggio al dramma storico per andare a caccia di Oscar, invece, non aveva dato particolari soddisfazioni al buon Michaels (Enigma, 2001). Le donne erano state sempre comprimarie dentro i film con leader maschi del Saturday e mancava dai tempi del super trio Gilda Radner, Jane Curtin, Laraine Newman una forte personalità femminile in scrittura.
Una signora nata il 18 maggio 1970 presso Upper Darby, Pennsylvania, avrebbe cambiato tutto, non solo diventando la prima head writer donna dello show tv ma suggerendo a Michaels di produrre un film ispirato in parte alle sue memorie scolastiche in parte al saggio Queen Bees and Wannabes di Rosalind Wiseman.
Tina
Il suo nome era Tina Fey e il film che si sarebbe andato a produrre not live from New York come il SNL ma in una Toronto in quel caso in sostituzione dell'Illinois sarebbe stato un gioellino di ambientazione liceale dal titolo Mean Girls, sceneggiato e interpretato dalla Fey con la collega Amy Poehler in un piccolo ma divertente ruolo da coprotagonista.Ora le potete trovare in sala mattatrici come Kate (Fey) e Maura (Poehler) ne Le Sorelle Perfette.
Ieri, nel 2004, erano separate (nessuna scena in condivisione) dentro Mean Girls visto che l'obiettivo era enfatizzare delle giovani interpreti all'epoca appena ventenni. Una aveva addirittura 16 anni.
Barbie
Ma stiamo scherzando? Tutto erano Lindsay Lohan, Rachel McAdams, Amanda Seyfried e Lizzy Caplan in Mean Girls tranne che delle bamboline di plastica. "Barbie" era il nome italiano (Plastics in originale) con cui venivano denominate le tre cattivissime popular del liceo North Shore di Eveston, Illinois, allorquando la protagonista Cady Heron (Lohan) iniziava il suo viaggio nella giungla dei giovani americani dopo una placida infanzia in Africa come J.R.R. Tolkien. Cady, una volta atterrata nel liceo Usa dopo anni di scolarizzazione casalinga con mamma e papà zoologi, non si mette a scrivere fantasy bensì è subito frastornata da come la fauna africana le sembrasse molto meno aggressiva rispetto a maschietti e femminucce della North Shore. Qui ognuno ha un ruolo: le matricole, i paramilitari, i preuniversitari, i palestrati pompati, i secchioni asiatici, gli asiatici fichi, gli atleti semi-professionisti (i famosi jocks de La Rivincita Dei Nerds), le nere antipatiche, quelle che si strafocano, quelle che non mangiano, le soggette vorrei ma non posso, i fattoni, i malati di sesso, la supposta lesbica goth, il gay bistrattato, i nerd del circolo matematico, gli artistoidi e chi più ne ha più ne metta.Sapete tutti che la trama di Mean Girls vede Cady fare il doppio gioco per metà film entrando a far parte delle Barbie per poterle studiare da vicino al fine di annientare la sua leader Regina George (McAdams) come concordato con la sua amica Janis Ian (Caplan), ispirata già dal nome a una nota cantautrice lesbica dei '70 di cui si sentirà la hit At Seventeen durante un party scatenato a tre quarti di film.
La sceneggiatura della Fey, bravissima anche a interpretare l'insegnante di matematica Ms. Norbury ("Come è andata l'estate?" le chiede il Preside flirtando: "Ho divorziato" risponde lei prontamente), è un meccanismo quasi perfetto forse troppo dipendente da un voice over della Lohan che a lungo andare stanca e fa sentire tutta l'azione come già agita frustrando leggermente la visione.
Vivere di più Mean Girls in diretta... sarebbe stato meglio.
Tolta l'invadente voice over del personaggio di Cady ancora oggi il film diretto da Mark Waters colpisce per come la Fey sappia essere in scrittura buffa e sociologica insieme. Il senso di tutto è andare oltre i propri limiti e soprattutto le etichette che una vita liceale già ti mette addosso (Cady dovrà risolvere matematicamente e letteralmente il problema in un contest finale). Solo una donna, poi, si sarebbe potuta permettere di essere così severa con il genere femminile protagonista in Mean Girls (già dal titolo) più di malefatte che non di azioni onorevoli.
Queste signorine americane si parlano addosso, usano la manipolazione, mentono, ingannano e tradiscono rischiando di mettere a ferro e fuoco il liceo. Noi maschi sembriamo, a confronto, degli ingenui agnellini sia nel personaggio di Aaron (ex di Regina e nuova cotta di Cady) che in quello di Daniel Franzese (l'amico gay) fino a comprendere l'ingenuo papà di Cady e addirittura il preside Duvall (Tim Meadows magistrale nel rappresentare un afroamericano politcamente corretto e obamiano... prima di Obama).
Lo show è comuque tutto in mano alle signore. E oltre a una Lindsay Lohan allora al vertice della forma e fama (era uno schianto di bellezza, simpatia ed empatia; che peccato) esplosero con Mean Girls anche Rachel McAdams nell'unico vero ruolo da villain della sua vita e una esilarante Amanda Seyfried in connessione telepatica con le sue tette, in grado di infilarsi il proprio pugno in bocca come faceva il fondatore del National Lampoon Doug Kenney (difficile non ghignare visto che poi sarebbe stata la star di Gola Profonda in Lovelace) e capace di far capire già in Mean Girls perché poi Seth MacFarlane l'avrebbe voluta con forza sia in Un Milione Di Modi Di Morire Nel West (2014) che in Ted 2 (2015).
Conclusioni
Perché Tina Fey non ha più scritto una sceneggiatura per il cinema dopo il successo di critica e pubblico di Mean Girls? Mistero. Il film incassò 86 milioni di dollari solo in Usa (130 worldwide a fronte di un budget da 17) lanciando giovani attrici, vincendo 3 Mtv e Teen Choice Movie Awards, ispirando Easy Girl (2010), candidando la Fey al prestigioso premio assegnato dalla Writers Guild of America e mostrando a tutto il mondo il talento di una comedian all'epoca di soli 34 anni ben prima della sua celeberrima imitazione di Sarah Palin (il politico è sempre il massimo per un Saturday Night Live comedian vedi il Ford di Chase, il Bush Sr. di Carvey e l'attuale Clinton della McKinnon).
Ci piacerebbe che Tina ci deliziasse ancora con la sua scrittura. Saturday Night Live, 30 Rock e Unbreakable Kimmy Schmidt le hanno portato via tantissimo tempo ed energia in tv, soprattutto per quanto riguarda i sette anni di vita di 30 Rock, lo show che ha resuscitato la carriera di Alec Baldwin.
Ma non sarebbe ora che sfornasse una nuova sceneggiatura per il grande schermo?